Gubbio, chiude il cinema Italia

Incassi dimezzati rispetto agli anni scorsi, presenze medie che il venerdì si sono attestate sulle 5-6 persone, per diventare poco più di 30 la domenica. Il film di natale che ultimamente raggiungeva solo il 20% degli incassi rispetto al passato. Sta tutta in questi numeri la fotografia delle difficoltà di una sala cinematografica di provincia. E la motivazione della decisione della proprietà del cinema Italia di via Cairoli di non riaprire dopo la pausa estiva. Vanno così al momento in archivio decenni di offerta cinematografica nel cuore della città, cuore della città che registra così un'ulteriore perdita di servizi e di attrazioni. Ma quei numeri parlano da soli: e così – spiegano i proprietari - era impossibile sostenere il costo della gestione e l'investimento richiesto dal passaggio in atto all'era del cinema digitale, che manda in archivio un secolo pellicole. La crisi di questi anni insomma sembra aver accentuato un trend di calo già in corso. E a soffrirne sono soprattutto le piccole sale, rispetto ai grandi multisala oppure a quelle a conduzione familiare che non hanno dipendenti. La crisi del cinema può avere tante ragioni: c'è di mezzo la concorrenza di internet, perché in rete la disponibilità è quasi contemporanea all'uscita nelle sale cinematografiche, e con evidente risparmio di tempo e denaro. Se poi, dal punto di vista sociologico, la settima arte viene percepita da parte dei giovani come superata, ecco che diventa sempre più difficile invertire il trend e far tornare i conti. Da qui la decisione di non riaprire al momento. In attesa di avere una futura destinazione, magari ancora culturale, quel capiente contenitore nel cuore della città (scelto anche per incontri e convegni, spesso con protagonisti gli alunni delle scuole) oggi si presenta con la porta tristemente chiusa a chiave.