Gubbio: condanna per l’inquinamento di Zappacenere

Dopo sei anni di udienze – ben 18 – e 50 testimoni e consulenti, il giudice Marco Verola ha accolto stamani in parte la richiesta del pm Silvia Nardi condannando a 1 anno di reclusione (erano stati chiesti 1 anno e sei mesi) il titolare della lavanderia eugubina ritenuta responsabile dell’inquinamento dei pozzi e dell’area di Zappacenere. Un fatto che risale all’estate del 2006 quando nei pozzi della campagna eugubina furono trovati concentrati fuori norma di sostanze altamente tossiche e cancerogene come il cloroetilene. In particolare, sono stati contestati all’esercizio commerciale lo scarico di acque reflue industriali in assenza di autorizzazioni, lo scarico in pubbliche fognature e l’abbandono di rifiuti su suolo che hanno causato l’inquinamento della zona con conseguente pericolo per la salute pubblica. Il titolare della lavanderia dovrà inoltre risarcire i sei nuclei familiari di Zappacenere costituitisi parte civile e difesi dagli avvocati Ubaldo Minelli e Paola Nuti e il Comune di Gubbio, rappresentato dall’avvocato Claudio Rosimini. Il giudice ha stabilito una provvisionale da pagare subito ai privati e al Comune di 30 mila euro per i primi e 20 per il secondo, rinviando al giudice civile la determina della cifra di risarcimento per danni patrimoniali e morali che l’imprenditore dovrà pagare alle parti civili. A suo carico anche la bonifica dell’area per un importo stimato di 150 mila euro. Imprenditore che, assistito dagli avvocati Giuseppe La Spina e Sesto Santucci, è presumibile che ricorra in appello.