“Siamo disponibili ad un confronto sereno e pacato ma non vogliamo essere scavalcati dalla Regione sul dibattito relativo all'utilizzo del CSS nei cementifici: pieno rispetto delle esigenze delle imprese eugubine, che rappresentano un patrimonio importante del tessuto economico, ma la nostra responsabilità è di rappresentare tutta la comunità”: sono alcuni dei passaggi salienti della conferenza stampa del sindaco di Gubbio, Filippo Stirati insieme all'intera Giunta, sul nodo spinoso venuto alla luce da alcuni giorni. La richiesta, avanzata dalle due società del cemento di Gubbio (Barbetti e Colacem) di sostituire parte del combustibile utilizzato negli impianti eugubini (cementerie di Semonte e di Ghigiano) con il CSS, combustibile solido secondario. Una richiesta che – come spiegato dall'assessore all'Ambiente, Alessia Tasso – nasce da normative europee che puntano all'abbattimento delle emissioni di CO2 per il quale viene richiesto tale utilizzo, a partire dal 2021, pena condizioni di svantaggio e costi superiori rispetto al mercato nazionale e internazionale che andrebbero a penalizzare fortemente i due colossi industriali.
Non basta però neanche la direttiva Ue a smorzare le preoccupazione di una parte della comunità, rappresentate da alcune decine di cittadini presenti all'esterno della sede di Palazzo Pretorio nel corso della conferenza stampa (trasmessa anche via streaming). Stirati ha confidato di trovarsi come “in un videogame pieno di ostacoli, a guidare una macchina che ad ogni curva si trova di fronte un macigno”.
“Serve grande senso di responsabilità da parte di tutti, condizioni di serenità e tranquillità per tutti – ha premesso il Sindaco – Serve anche grande condivisione da parte di tutto il consiglio comunale su questa posizione, che non è un no aprioristico ma la richiesta motivata di non essere scavalcati. Il tema non deve ridursi a bandierine da piantare. E soprattutto – ha puntualizzato – non esiste nessun tipo di pressione, da nessuna parte, nei nostri confronti”.
Il sindaco di Gubbio, piuttosto, ha rinviato la palla a Palazzo Donini: “La Regione Umbria ha accumulato da anni un grave ritardo su questo tema, si attende ancora un Piano dei rifiuti generale, il nostro territorio versa già in condizioni difficili, con una discarica che non figura nella rete delle discariche regionali, in un'area in cui il bando gara Ati1 non si è mai concretizzato. Quando qualcuno ci viene a dire che la nostra azione sui rifiuti e' timida, mi viene da sorridere – ha detto Stirati, che invece ha enfatizzato i risultati ottenuti dal Comune di Gubbio sul fronte della differenziata, giunta al 68%: “Da soli abbiamo quasi raddoppiato la differenziata, l'abbiamo diffusa ovunque, con salto di qualità enorme. Se avessimo aspettato altri, saremmo rimasti al palo. Ora è la Regione che deve dire come vuole chiudere il ciclo”.
In conclusione ha ribadito che l'utilizzo del CSS nei cementifici “non rientra nelle politiche di questa Giunta anche se non ci sottraiamo alle esigenze delle aziende, alla luce di normative previste da UE. La città di Gubbio non può diventare però il terminale per chiudere il ciclo rifiuti di questa regione”.
L'assessore Tasso, dalla sua, ha ricostruito la vicenda, ricordando anche un incontro avuto con referenti delle due cementerie, “incontro molto garbato”, lo ha definito, nel quale “sono state rappresentate le esigenze emerse alla luce delle nuove normative europee, che chiedono di abbattere le quote di C02, attraverso l'utilizzo di questi nuovi combustibili”. Tasso ha anche evidenziato che è partito un iter nel quale “il Comune non può avere voce in capitolo in fase istruttoria, e anche in caso di modifica dell'AIA, il parere chiesto non sarebbe vincolante, sebbene rimanga agli atti. Le imprese eugubine ci hanno spiegato che senza questo passaggio imposto dall'UE rischierebbero di collocarsi fuori mercato. Da un lato, c'è una scelta di politica aziendale legittima e rispettabile, per ricollocarsi su uno scenario di competitività, dall'altra – ha proseguito l'assessore - c'è una amministrazione che rappresenta la città, che ha a cuore interessi di tipo pubblico, insieme a risvolti occupazionali che potrebbero derivare da certe scelte. Ma ci preme anche il destino della nostra città a tempo indeterminato: gli amministratori devono equilibrare questi interessi”. Tasso h anche citato il caso di una azienda di Padule cui è stato concesso dalla Regione di stoccare CDR, nota del bollettino regionale del 13 maggio, “senza che il Comune sapesse nulla”. Infine ha precisato che al momento la regione non produce CSS e dunque quello eventualmente utilizzato non proverrebbe dall'Umbria.
Alla domanda su come comportarsi alla luce di normative europee vincolanti, e sul fatto che CSS venga utilizzato in Europa così come anche in altre regioni italiane, il sindaco ha dichiarato: “Credo che tocchi alla Regione verificare questo passaggio, con opportuni approfondimenti tecnici e scientifici, c'è uno studio dell'AURI che mi sembra però troppo asettico. Che ci sia necessità di indicazioni di carattere tecnico e' fuori discussione, c'è bisogno però di far crescere una cultura green, nel governo di questa regione”.
Gubbio/Gualdo Tadino
06/06/2020 12:44
Redazione