Una lettera aperta agli eugubini per denunciare lo stato di degrado della pavimentazione di Piazza Grande. E' il tema della nota diffusa oggi dal sacerdote eugubino, nonché componente storico della Compagnia Campanari, don Armando Minelli, che con tanto di documentazione fotografica, segnala i danni causati dai festeggiamenti di Capodanno alla pavimentazione in cotto della piazza più amata dagli eugubini; ecco il testo integrale della lettera:
"Il gesto mi riporta a quel tempo quando, insieme ad altri bambini, anch’io mi davo da fare per scorgere e raccogliere piccoli frammenti delle brocche dei Ceri. L’alzata era da poco compiuta; quelli “più grandi” di noi avevano già combattuto e portato via i pezzi più belli, noi mettevamo nel taschino della camicia il “tritaticcio” rimasto, quello che andavamo trovando tra le fessure dei mattoni o tra la breccia, di cui metà piazza (la parte verso palazzo Ranghiasci) era fatta.
Un gesto, che solo a ricordarlo, rinnova la gioia di quei momenti.
Oggi, primo gennaio 2010, verso le ore 16,30: il gesto è lo stesso ma invece della gioia vi corrispondono tristezza, amarezza, profonda delusione.
Raccolgo, infatti, in pochi metri quadrati, frammenti (alcuni affatto piccoli) del mattonato Impruneta della piazza più bella e amata della città. Tanti altri frammenti, senz’altro la maggioranza, sono già stati “aspirati” di mattina presto dalla macchina pulitrice del Comune che, insieme agli operatori ha lavorato tosto per togliere i segni più evidenti di quanto, fino a qualche ora prima, aveva reso la piazza un vero e proprio campo di battaglia.
Ma andiamo con ordine. Ero in piazza Grande dalle 23,45, avevo perso il tempo giusto per salire su al Campanone, e mi gustavo la “sonata” da basso, vicino l’angolo tra palazzo Pretorio e il “muretto”. Prima e durante la suonata sono stati sparati nella zona davanti i tavolini del bar Ducale, almeno una quindicina di grossi petardi sicuramente fuori legge, il cui scoppio mi faceva avvertire sotto i piedi come una vibrazione dell’intera piazza. La sensazione era condivisa dai vicini.
Mi montava una rabbia incredibile: ho sempre avuto difficoltà ad accettare questo tipo di festeggiamento! Sentivo dentro che quanti facevano questo, forse senza accorgersene, mancavano di rispetto sia verso se stessi (per la pericolosità), sia verso la gente presente, e, in qualche modo, verso la piazza stessa, quindi verso la comunità intera.
Ripensandoci, solo oggi pomeriggio ho collegato questo episodio al rammarico che da tempo provavo tutte le volte che, occasionalmente, passeggiando sulla piazza e guardando la pavimentazione, notavo un numero sempre maggiore di mattoni rovinati.
La piazza che con i miei occhi ho visto costruire (vi hanno lavorato i muratori dell’impresa Monacelli “Magnacase” tra cui Ivo Grilli che ne andava così fiero da mostrarmi, quando io ero ormai un giovanotto, i “quadrati” da lui realizzati) si stava irrimediabilmente rovinando!
Avevo, a quel punto, bisogno di verificare. Presto fatto!
Come detto e documentato fotograficamente, mi accorgo che diversi mattoni riportano evidenti le ferite dell’ultima “battaglia” combattuta e purtroppo persa.
Avevo sempre immaginato che a rovinare i mattoni fossero stati i lavori per l’allestimento dei tanti e diversi eventi che in questi anni si sono succeduti, insieme all’inevitabile azione susseguente del gelo, invece, tra le ragioni principali, va ascritto anche e senza dubbio lo sparo dei petardi nelle baldorie dei capodanni.
Che fare per i prossimi, a partire dal 31 dicembre 2010?
La risposta agli organi competenti: il Sindaco con la Giunta comunale, il Sovrintendente dei Beni culturali per Gubbio; la parola a quanti fanno parte degli organismi di partecipazione preposti (il Consiglio comunale, il Comitato territoriale n. 1), alle associazioni benemerite presenti in città, come a tutti i cittadini sensibili.
Esprimiamoci in merito: la ferita è aperta. Abbiamo un anno di tempo perché non cresca ancora!
Gubbio/Gualdo Tadino
05/01/2010 14:43
Redazione