La neve ha condito l'atmosfera del 17 gennaio a Gubbio, una data tradizionalmente legata al culto di S.Antonio abate soprattutto nelle campagne, come protettore degli animali, ma fortemente sentito nella città dei Ceri. E inevitabilmente il Covid ha finito per ridimensionate una giornata che ogni anno la Famiglia dei Santantoniari caratterizzata con iniziative religiose e ricreative che culminavano nel convivio festoso, ideale apertura del lungo conto alla rovescia per il 15 maggio. Annullati così tutti gli appuntamenti che avrebbero richiamato la folla ceraiola, sono rimaste le cerimonie religiose, quella al mattino nella chiesa di San Secondo, con la messa celebrata dai Canonici Regolari Lateranensi, poi nel pomeriggio la benedizione degli animali davanti la vecchia chiesa di Madonna del Ponte, infine in serata, nella chiesa di San Domenico con il vescovo Luciano Paolucci Bedini e il cappellano della Famiglia, don Marco Cardoni, con ingresso limitato a 250 persone, trasmessa in diretta streaming sui social. Evitate anche la benedizione dei piccoli Santantoniari nati nel 2020, un rito di iniziazione ceraiola simbolico ma molto sentito, e la benedizione presso il canile di Ferratelle, inserita nel programma da alcuni anni. Al termine della santa messa il presidente della Famiglia Santantoniari, Alfredo Minelli, ha rivolto un accorato saluto ai presenti, non nascondendo che anche per il 2021 la data del 15 maggio appare problematica per immaginare una nuova edizione della Festa dei Ceri, ma richiamando tutti all'unità dei valori ceraioli. A fare eco anche il sindaco Stirati. Presenti in chiesa i Capitani della festa dei Ceri estratti ormai da 2 anni, Eric Nicchi e Paolo Procacci e i Capodieci rimastri ovviamente in carica dallo scorso anno, Alessandro “Pittino” Nicchi di Sant'Ubaldo, Fabio Uccellani di San Giorgio, e ovviamente Andrea Tomassini capodieci di Sant'Antonio. L'attesa prosegue, auspicando una riduzione della pandemia, con lo sguardo al 15 maggio che obiettivamente resta un'ipotesi molto improbabile.