Gubbio: i danni dell’incendio al Bottaccione

C’era voluto un giorno e mezzo, nel Settembre del 2011, per domare completamente il terribile incendio divampato nei boschi lungo la Gola del Bottaccione, sulla coda del Monte Foce tra Serrapiccola e Madonna della Pergola. Canadair in spola ininterrotta dal lago Trasimeno per lanciare acqua sui focali interni alla zona bruciata. Gli uomini dei vigili del fuoco, della comunità montana, della Forestale lavorando dal perimetro. 30 gli ettari sfregiati dalle fiamme. Molte piante subito risultarono carbonizzate ma tantissime quelle che si prevedeva verso una ,morta più lenta, perché aggredite nel fusto. E così sembra essere, ora, a distanza di 9 mesi: la primavera non ha visto verdeggiare le piante ferite. Circa il 75% del territorio interessato dalle fiamme è infatti carbonizzato. Terreni comunali e terreni di privati, dove vigeva già il divieto di caccia e che ora, come da normativa, per oltre 10 anni saranno sotto il vincolo di non edificabilità. Ma intanto resta la ferita alla flora. Sino a poco tempo fa competenza dell’intervento per la ripulitura e l’eventuale reimpianto era della Comunità Montana, prima dell’Alto Chiascio, poi dell’Alta Umbria. La Regione ha infatti risorse specifiche per interventi del genere ma per ora è tutto bloccato in vista della liquidazione delle Comunità Montana e della costituzione dell’Agenzia Forestale regionale. Saranno poi i tecnici a decidere se, dopo la ripulitura ed il taglio a raso delle piante bruciate, ne verranno piantate di nuove o se si preferirà battere la via del recupero spontaneo, come si predilige per le latifoglie. I Fondi comunitari e del piano di sviluppo rurale sono previsti anche per i proprietari privati di terreni interessati da incendio. Ma, come detto, per il Bottaccione, i tempi potrebbero essere ancora lunghi. Nessun responsabile è tato mai individuato per quelle fiamme sicuramente di origine dolosa. 30 ore continuative di lavoro per vigili del fuoco, Forestale, comunità montana. Impegno importante anche per vigili urbani a carabinieri. Ore di straordinario. Uso dei mezzi e nafta. i “canadair” ed i “fire boss”. E poi il costo andato letteralmente bruciato del bosco: circa 600 euro ad ettaro per un totale di 18 mila euro. Dalle casse di tutti Trg ha stimato che quell’incendio non è costato meno di 60 mila euro. Quanto costerà ridare nuova vita alle piante è ancora da scoprire.