Era una Piazza Grande piena di dolore, rabbia, sconcerto, lacrime, ma anche di aspettative e speranze quella di Gubbio stamane. Una piazza di proteste, di silenzi, di musica, in cui i pensieri e le parole di ognuno andavano in una medesima direzione. Una piazza che gridava "mai più morti sul lavoro". Gubbio, a pochi giorni di distanza dalla tragedia di Via Masaccio (l'esplosione della Green Genetics), è stata scenario dello sciopero generale di Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, svoltasi in contemporanea all'assemblea delle medesime organzazzioni sindacali nazionali. "Non si può più tollerare la morte sul lavoro [...] Non si può morire per un mestiere magari sognato, per cui si sono investite tutte le proprie risorse [...] Non si può partire di casa e non tornare a casa". Sono le richieste, le preghiere, gli imperativi emersi nei vari interventi che si sono alternati durante la manifestazione: quelli delle organizzazioni sindacali con i rispettivi segretari regionali, quelli dei responsabili sicurezza sul lavoro delle imprese e aziende umbre, del sindaco di Gubbio Filippo Stirati, commosso, ma soprattutto quelli degli amici della più giovane vittima del rogo, il 19enne Samuel Cuffaro, di chi Samuel lo consoceva e ha affidato al vento e alla piazza la musica e i ricordi legati a quella vita venuta meno troppo presto. Riflessioni come quelle di Martino, Patrick, Francesca, Alexandro, che hanno dato voce ai tanti giovani in piazza, giovani che sempre più soffrono per e nel mondo del lavoro. "Non ci state vedendo, non ci sta vedendo nessuno o forse siamo noi che non ci facciamo vedere, che non vogliamo essere visti" ha gridato uno degli amici di Samuel ricordando quanto quest'ultimo amasse quel lavoro per cui ha perso la vita.