La crisi economica e la conseguente perdita di posti di lavoro ha spinto molte famiglie a bussare alle porte della Caritas per chiedere aiuto. Perché quando le entrate da un giorno all’altro spariscono, diventa un’impresa continuare a far fronte alle spese di tutti i giorni, dall’affitto o il mutuo per la casa, alle bollette fino alla rata della macchina. E la situazione peggiora se ci sono figli a carico, neonati, che hanno bisogno di pappe e pannolini, o in età scolare, con i libri e l’autobus da pagare. Così ecco che tante famiglie non hanno potuto far altro che rivolgersi alla Diocesi che, attraverso al Caritas, ha effettuato nel corso del 2009 ben 583 interventi, circa il 20% in più rispetto al 2008. In alcuni casi sono stati distribuiti buoni per fare la spesa o pacchi alimentari, con il minimo indispensabile per sopravvivere, due chili di pasta uno di riso, uno di zucchero, biscotti, latte e formaggio; in altri invece la Caritas si è fatta carico di bollette e rate dell’affitto che l’intestatario non riusciva a pagare. E, a differenza del passato, quando a bussare alla porta erano soltanto gli stranieri, immigrati giunti a Gubbio in cerca di lavoro, senza un amico od un parente a cui appoggiarsi e senza nemmeno conoscere la lingua, oggi anche gli eugubini chiedono aiuto. Persone che hanno perso il lavoro, famiglie con prole che sono rimaste con un solo stipendio e non riescono a far fronte alle tante spese quotidiane. In termini percentuali il 70% degli interventi è andato a favore di cittadini stranieri, mentre il restante 30% ha avuto come destinatari gli eugubini. Una percentuale che è aumentata in maniera esponenziale rispetto ad un anno fa. A chiedere aiuto sono soprattutto adulti tra i 45 e i 54 anni, per i quali sono stati effettuati 159 interventi, e tra i 35 e i 44 anni, con 156 interventi. In poche parole famiglie, dove prima c’era un lavoro ed ora non c’è più, dove ci sono figli da crescere e mantenere. Tra gli stranieri le comunità che hanno chiesto più aiuto sono state quelle rumena e ucraina, alle quali è andata praticamente la metà degli interventi effettuati dallo sportello della Caritas. Si tratta soprattutto di donne sole, impiegate come badanti, che chiedono cibo. I più poveri però sono i cittadini provenienti dal Marocco e dall’Ecuador, che hanno bisogno soprattutto di denaro per pagare le bollette e l’affitto della casa. Ma i 583 interventi effettuati dalla Caritas rappresentano soltanto una minima parte delle reali necessità delle famiglie eugubine e straniere. In molti infatti, forse per vergogna, si rivolgono agli uffici dei servizi sociali del Comune oppure direttamente al parroco che conoscono da una vita in grado di garantire quell’anonimato del quale chi si è trovato da un giorno all’altro senza stipendio ha bisogno di avere. Chi sono i poveri oggi? Sono le famiglie monoreddito che si ritrovano con il capofamiglia senza lavoro, sono quelle che il carovita oggi mette in condizione di forte vulnerabilità. Sono gli extracomunitari. I bisogni e le necessità di questi cittadini passano in genere attraverso il Centro di ascolto Caritas, negli uffici della Curia vescovile eugubina . Nel 2009 lo sportello Caritas ha effettuato 583 interventi distribuendo cibo e soldi . Circa il 20% in più rispetto al 2008. Con una affluenza media di dieci persone al giorno , famiglie ma anche singoli, gli operatori hanno consegnato cibo attraverso un pacco che contiene due chili di pasta uno di riso, uno di zucchero e biscotti latte e formaggio . E poi i soldi per pagare le bollette, o altre spese magari per i figli che vanno a scuola . Perchè le fascia di età per le quali si sono effettuati più interventi sono quella che va dai 45 ai 54 anni ben 159, e quella tra i 35 e i 44 con 156. Cioè principalmente i nuclei familiari , dove prima c’era lavoro e ora non c’è più , dove ci sono figli da crescere. E se i principali destinatari rimangono ancora i cittadini stranieri - un 70 % degli interventi effettuati - , il rimanente 30% è andato agli eugubini, ed è aumentato in maniera esponenziale rispetto ad una anno fa. Senza contare le richieste di aiuto alle case parrocchiali del territorio eugubino, non registrate come interventi allo sportello della Caritas. Si chiede aiuto al parroco che si conosce da una vita. Tra gli stranieri la comunità che ha avuto più bisogno è stata quella ucraina e rumena alle quali sono andati quasi la metà degli interventi effettuati dallo sportello Caritas. Si tratta per lo più di badanti, che chiedono cibo. Le comunità più povere sono invece quelle dell’equador e del Marocco , che chiedono soldi.
Gubbio/Gualdo Tadino
06/04/2010 12:11
Redazione