Le aree estrattive sono state il tema centrale della giornata di studio che si è svolta questa mattina al Park Hotel Ai Cappuccini di Gubbio dal titolo “La Sostenibilità: responsabilità economica, ambientale e sociale nell’industria del cemento. Il caso Colacem e l’esperienza delle Linee Guida Aitec – Legambiente sulle aree estrattive”.
I lavori sono stati aperti da Corrado Cencetti per il Consiglio Nazionale dei Geologi: “stiamo creando relazioni virtuose tra mondo universitario, professionale ed industriale. Quella di oggi - ha detto Cencetti - fa parte di tante iniziative didattico-professionali, che con il coinvolgimento di tecnici e geologi offrono strumenti di sviluppo per le attività svolte nelle miniere”.
Al centro del dibattito, l’opportunità di adottare misure sostenibili per estrarre materie prime per l’industria del cemento senza impatti importanti sull’ambiente e la possibilità di restituire queste aree ai cittadini, in qualche caso addirittura arricchite di un nuovo valore naturalistico.
Carlo Colaiacovo, Amministratore Delegato Colacem, ha aperto i lavori sottolineando che l’azienda ha il dovere di informare l’opinione pubblica sulle sue attività e sulle soluzioni che adotta in ambito sostenibile. L’opinione pubblica, dal suo canto ha il dovere di essere informata per partecipare in modo consapevole alle scelte dello sviluppo economico, sociale, culturale di una comunità. “I nostri stabilimenti –ha continuato l’AD di Colacem- sono sempre aperti a chi volesse visitarli e conoscere i processi tecnologici, ambientali ed economici della nostra industria. Vogliamo dare alle persone la possibilità di “toccare con mano” le tecnologie dei nostri stabilimenti e le azioni che adottiamo per un’industria sostenibile”.
Paolo Iandoli, Direttore dello Stabilimento Colacem di Ghigiano, ha portato la sua esperienza parlando del ciclo produttivo del cemento e sottolineando come la sostenibilità, per essere messa in atto, deve correlarsi positivamente con lo sviluppo tecnologico. Antonio Berrettini, Responsabile Cave e Miniere di Colacem si è soffermato sulle tecniche di coltivazione e recupero ambientale secondo l’azienda e ha raccontato le pluriennali esperienze positive avute sui vari territori.
Giuseppe Schlitzer, Consigliere Delegato Aitec, ha introdotto la positiva collaborazione con Legambiente per la realizzazione delle Linee Guida: “il confronto con tutti gli attori della filiera ci offre la possibilità di capire come funziona e come cambia l’industria pesante: oggi nelle cementerie c’è molta più information tecnology che in passato. La ricchezza dell'Italia viene anche dall’industria del cemento e il nostro settore è responsabilmente attivo per la sostenibilità economica e sociale ”.
Posizione rafforzata da Gabriele Nanni dell’Ufficio Energia e Territorio di Legambiente: “le attività estrattive sono un tema importante per la nostra economia e le Linee Guida vogliono essere uno strumento per portare il settore fuori dalla crisi mantenendo un profilo sostenibile e innovativo – ha detto Nanni - che orienti l’intera filiera alla riqualificazione delle città e del territorio e alla manutenzione e sicurezza degli edifici. Il tutto nella massima legalità. Legambiente è impegnata a monitorare con la massima attenzione la diffusione delle attività estrattive ”.
Le Linee Guida sono frutto del dialogo tra l’industria del cemento e il settore ambientalista e spiegano come, dalla progettazione al recupero ambientale dei siti per l’estrazione del materiale, è possibile garantire la tutela del territorio, minimizzare l’impatto ambientale e riqualificare l’ambiente naturale, con riguardo alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. Colacem, che ha collaborato alla redazione del dossier ed ha aderito volontariamente ai principi delle Linee Guida, oggi figura tra le aziende capaci di gestire in modo sostenibile tutto il ciclo di vita della cava o della miniera, dalla fase di pianificazione e progettazione fino al recupero.
“La pianificazione dei giacimenti di cava e di miniera alla prova della crisi del settore” è stato l’argomento di chiusura della mattinata trattato da Andrea Monsignori, Responsabile del Servizio Qualità dell’Ambiente, Gestione Rifiuti e Attività Estrattive della Regione Umbria che ha riconosciuto nell’iniziativa “un’occasione di confronto per la nostra Umbria su scala nazionale, che ci fa riflettere anche sul significato di sostenibilità per la pubblica amministrazione. Dal 2004 ad oggi siamo passati dagli oltre 6 milioni di metri cubi di materiale estratto (ghiaie, argille, calcari, ecc) a 3 milioni e 600mila del 2012. Dobbiamo accelerare i processi di recupero con efficienza, così come proposto dalle Linee Guida”.
Nel pomeriggio i partecipanti alla giornata di studio hanno visitato la cementaria Colacem di Ghigiano e la miniera di San Marco. È stata questa l’occasione di incontro e dialogo tra i protagonisti della filiera, per individuare insieme le tipologie di recupero più adatte ai diversi siti di coltivazione e le ipotesi di “riuso” delle ex aree estrattive, rendendole fruibili alla collettività.
Gubbio/Gualdo Tadino
19/07/2013 17:06
Redazione