Dal punto di vista del lavoro, il 2024 ha segnato per l'Umbria un anno positivo: l'occupazione è aumentata in modo sostenuto, con segnali incoraggianti soprattutto per il lavoro autonomo, che cresce significativamente. E' quanto emerge nel rapporto sull'economia umbra della Banca d'Italia presentato oggi a Perugia. Il tasso di partecipazione ha raggiunto un massimo storico, mentre quello di disoccupazione è sceso a livelli molto bassi, in particolare tra i laureati. Tuttavia, la regione fatica a trattenere i giovani qualificati, che spesso trovano opportunità migliori altrove. Intanto - sostiene Banca d'Italia - si profila un'importante trasformazione del mercato del lavoro con la diffusione dell'intelligenza artificiale: l'Umbria risulta esposta a questi cambiamenti in misura significativa, seppur leggermente meno della media nazionale. Buone notizie per le famiglie umbre, che hanno visto migliorare la propria capacità di spesa, grazie all'aumento degli stipendi e alla forte diminuzione dei prezzi. Nonostante questo, i consumi non sono aumentati in modo marcato. A crescere in modo più deciso sono stati solo gli acquisti di beni durevoli, in particolare gli autoveicoli, spesso ancora finanziati con prestiti al consumo. Il mercato delle case è rimasto stabile: compravendite e mutui non sono aumentati, anche se i tassi d'interesse sono diventati più favorevoli. Quanto al risparmio, le famiglie hanno continuato a scegliere forme di investimento sicure, come i titoli di Stato e i fondi comuni. Sul fronte del credito, continua a diminuire il numero di sportelli bancari presenti sul territorio; rallenta il calo dei prestiti, ma resta evidente soprattutto per le imprese, che richiedono meno finanziamenti per investire o gestire le attività quotidiane. La qualità del credito nella Regione resta buona, ma ci sono segnali di peggioramento, soprattutto tra le aziende manifatturiere, che risentono ancora di un quadro economico incerto. Cresciuta la spesa degli enti locali, soprattutto per effetto dei costi del personale e della ripresa della spesa sanitaria, più marcata rispetto al resto d'Italia. Si aggrava però il saldo della mobilità sanitaria, che resta negativo dal 2019 e peggiora ulteriormente. Sul fronte degli investimenti pubblici si registra invece un progresso significativo: l'Umbria ha superato la media nazionale pro capite, con oltre il 90 per cento delle gare bandite già aggiudicate e la maggior parte dei lavori avviati, grazie alla forte spinta dei finanziamenti Pnrr.