Un lunghissimo applauso ha accompagnato il conferimento da parte del sindaco Luciano Bacchetta del titolo di Ambasciatore di Città di Castello nel mondo al compositore Salvatore Sciarrino, personalità di livello internazionale nel panorama della musica contemporanea, che dal 1983 vive nel capoluogo tifernate, come ha ricordato il vicesindaco Michele Bettarelli introducendo la cerimonia nella Sala del consiglio comunale. Insieme ai sigilli della città, le motivazione di tali omaggio, nei pressi del suo Settantesimo compleanno, sono state espresse in una pergamena e lette in pubblico dall’assessore Rossella Cestini: “Per il valore culturale della sua opera /per l’altissimo profilo artistico delle sue composizioni,/ per il legame trentennale con la città, /per aver saputo vedere la bellezza di questa terra/ed averla scelta come patria d’elezione tra le infinite patrie che la sua musica ha conosciuto ed abitato, l’Amministrazione comunale di Città di Castello conferisce a Salvatore Sciarrino , il titolo di Ambasciatore di Città di Castello nel mondo”.
“Questa giornata resterà nel nostro curriculum di politici” ha detto il sindaco “La pergamena viene donata ad una figura mondiale, il fatto che sia un tifernate e che si festeggi nel consiglio comunale, il cuore della nostra comunità, è, fuori dalla retorica, un riconoscimento di cuore, affettuoso, ad un uomo che viene dalla Sicilia, ad un maestro della musica nel mondo, probabilmente il maggior interprete della musica contemporanea, che ci onora nella sua scelta di essere residente a Città di Castello. Salvatore Sciarrino vive per il corso, frequenta i bar, le persone, i luoghi della città storica dove alcuni di noi sono nati e cresciuti. Ho avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo moltissimo dal punto di vista umano: conosce tutto e tutti ed anche le nostre abitudini. La sua caratura è di respiro internazionale, eppure, è anche così profondamente radicato nella nostra città con un’osmosi incredibile, che mi piace sottolineare. E’ uno di noi, intendendo con questo che essere un tifernate significa anche essere Salvatore Sciarrino”.
“Ad un certo punto mi sono detto che bisognerà pure imparare a sorridere” ha detto Sciarrino “io sono spigoloso, non mi piace la retorica, non sono sicuro di me. Città di Castello è stata ed è molto importante. Risulta misterioso come si snodino i percorsi della vita. Ho lasciato la mia città la prima volta per andare a Berlino quando avevo venti anni. Allora c’era un conflitto tra me e mio padre che non voleva che facessi il musicista; rientrai e, dopo qualche anno, l’out out si fece sentire più forte ed andai a Roma, cominciai ad arrangiarmi facendo il copista per la Ricordi. Poi si sono intensificati i rapporti con Milano, perché insegnavo al Conservatorio ma da quando, nel 1979, insegnai in un masterclass a Città di Castello, non l’ho più lasciata”. “Ci sentiamo onorati per aver scelto Città di Castello, che è anche Umbria, proprio perché anche attraverso il maestro può dire al mondo di avere un profilo contemporaneo, con già sfumature, l’arte, la musica…” ha detto Fernanda Cecchini, assessore della Regione Umbria. “Oltre a questo, da tifernate, potrei dire che se Salvatore Sciarrino ha scelto di vivere qui, è perché la città offre la dimensione giusta per consentire ai suoi cittadini di vivere liberalmente, a prescindere da quale esistenza si è decisa per sé”. Invitato dal sindaco a parlare, il tifernate doc Dino Marinelli ha ricordato l’incontro, ormai trenta anni fa, con Scarrino, in Pinacoteca, dove era in programma un suo concerto. “Siamo rimasti amici, ho capito subito l’amore che aveva per questa città, già ne parlava come se fosse qui da sempre. Il titolo di ambasciatore è perfetto per Sciarrino, che non mette a disagio, parla con tutti, perché lui non dice sono, lui è”. Prima della proiezione dell’anteprima “Sciarrino Séances”, realizzato dagli studenti dell'Università di Padova durante le prove di registrazione delle Lezioni di Suono, è intervenuto il regista del filmato, Denis Brotto, docente di “Cinema e nuove tecnologie” dell’Ateneo, il quale ha detto di sentirsi “un ospite privilegiato. Sono contento che venga proiettato per la prima volta a Città di Castello, durante questa festa bellissima. Quando abbiamo iniziato a girare, volevamo catturare l’anima di Sciarrino ma ora l’impressione è che bisognerebbe farne subito un altro. La musica di Scarrino è una musica si può ascoltare con i supporti ma è principalmente visiva, restituisce immagini fortissime, in virù di un’interlocuzione serrata con l’orchestra e il direttore Marco Angius. All’organico poi si aggiungono si aggiungono strumenti, forme di costruzione del sonoro, ad esempio una lastra di metallo che diventa rievocazione di ricordi di infanzia. In certi momenti l’orchestra è in pieno movimento e ma i suoi sono minimi, vengono costruiti con molto sforzo fisico, padronanza dello strumento strumento e lavoro di contenimento. Questa è l’eccezionalità della musica di Sciarrino insieme all’idea di circolarità che abbiamo rispettato iniziando e terminando il documentario in medias res. Per me è stato un onore fare questo lavoro”. L’allestimento della proiezione è stato curato dai Tifernauti.
Città di Castello/Umbertide
10/04/2017 15:24
Redazione