Con la bonifica delle falde acquifere inquinate attraverso il siero di latte, utilizzando quindi scarti dell'industria casearia, la Regione Umbria punta su rigenerazione ed economia circolare e lo fa attraverso un partenariato pubblico-privato. Ad annunciarlo l'assessore regionale all'ambiente e all'energia Thomas De Luca che ha presentato l'innovativo progetto "Siero" in collaborazione con Arpa Umbria, Ramboll Italy e Gruppo Grifo agroalimentare. "Un'idea di economia circolare e rigenerativa che su così larga scala non è mai stato messo in campo" ha detto De Luca. "L'iniziativa può diventare occasione per restituire alla comunità regionale risorse idriche interessate da contaminazione da organoclorurati utilizzando un prodotto di scarto" ha aggiunto. "È uno dei primi progetti che vogliamo attuare creando innovazione e ricerca, ma anche formazione - ha spiegato il direttore generale di Arpa Umbria Alfonso Morelli - visto che tra i partner c'è l'Its Umbria Academy con un impatto economico sostenibile sia per il pubblico ma anche per i privati. Un volano di sviluppo economico, sociale e scientifico". Il responsabile del Servizio bonifiche di Arpa, Andrea Sconocchia, ha evidenziato inoltre come quella utilizzata sia una tecnologia che valorizza uno scarto disponibile a tutti in alternativa a progetti simili che prevedono l'utilizzo di prodotti brevettati. Il trattamento in pratica sfrutta il siero di latte per degradare i solventi inquinanti in falda, con una soluzione mai usata su larga scala, come ha illustrato nel dettaglio Andrea Campioni, country market director Ramboll Italy. "Le sostanze inquinanti, pur essendo organiche, hanno una persistenza elevata nelle falde - ha aggiunto -, dove possono rimanere per decenni senza intervento umano. In questo caso si utilizza un materiale facilmente biodegradabile come il siero di latte, che, una volta iniettato, attiva una flora batterica naturale capace di degradare i contaminanti". L'accordo ha una durata di 12 mesi dalla sottoscrizione. Il progetto a costo zero non prevede alcun contributo finanziario da parte della Regione Umbria