La morte, “comune eredità di tutti gli uomini”, anche quando non giunge improvvisa si configura sempre come un ladro che compie il furto dell’opera d’arte più preziosa, quella della vita. Dinanzi al mistero della morte il silenzio s’impone, e tuttavia la fede in Cristo crocifisso e risorto ci autorizza a romperlo con il canto dell’Alleluia. La morte di una persona cara, sebbene abbia la forza di velare la gioia pasquale, non ha il potere di oscurare la luce del Risorto, poiché il Signore “ha imposto alla morte un limite invalicabile”. La Risurrezione di Cristo, “Agnello immolato”, ha reso “straniera” la morte, che non sa e non può rispondere all’inquietante interrogativo che Paolo le rivolge: “Dov’è, o morte la tua vittoria? Dov’è, o morte il tuo pungiglione?” (1Cor 15,55). Difatti, Cristo Signore “ha vinto la morte, ha ingoiato la morte, ha annientato la morte, ha annullato la morte, ha spezzato i vincoli della morte, ha eliminato la morte per sempre”. La fede è luce accesa e alimentata dalla Pasqua di Cristo, che “ha distrutto la morte e rinnovato la vita”.
Sebbene con la morte si compia il nostro “trasferimento” nel Regno dei cieli, essa, arrivando, compie un “rapimento”, che oggi ha strappato all’affetto dei parenti e degli amici il maestro Norberto, il quale nella sua poliedrica attività ha affidato all’espressione artistica il compito di tradurre la ricchezza del proprio mondo interiore, consapevole com’era che l’arte si configura come linguaggio universale della bellezza, capace di unire fra loro gli uomini e di portarli ad alzare lo sguardo verso l’Alto, ad aprirsi al Bene e al Bello assoluti, che hanno la loro ultima sorgente in Dio, “splendore di bellezza”.
In questo momento lasciamo da parte il desiderio, pur lecito, di passare in rassegna l’intera produzione artistica del maestro Norberto, e disponiamoci a presentare al Signore la nostra preghiera di suffragio per un fratello che, con la morte, ha firmato l’opera più impegnativa, quella che introduce nella dimora della “beatitudine, della luce e della pace”, a cui si accede attraverso lo “scrutinio” del giudizio di Dio, il “Critico d’arte” più esigente e, insieme, più indulgente. Quello di Dio è lo “scrutinio” di un Padre misericordioso, che porta alla luce non tanto le nostre azioni, quanto le intenzioni che le hanno ispirate. Egli penetra ogni cosa col suo sguardo benevolente; il suo giudizio è sempre una testimonianza d’onore e d’amore nei confronti dell’uomo.
“Beatitudine, luce e pace”: questi sono i doni che il Signore riserva a coloro che lo cercano con cuore retto e sincero; “beatitudine, luce e pace”: questi sono i doni che il Signore ha preparato al nostro fratello Norberto. Egli, che amava molto la pittura e la scultura, possa contemplare in eterno l’immagine più bella: il volto “mite e festoso” di Cristo Salvatore. Le opere d’arte, pur nell’armonia delle linee e dei colori, costituiscono sempre una sorta di “negativo fotografico” del volto di Cristo Salvatore.
“Gli eletti – dice il Libro dell’Apocalisse – vedranno la faccia del Signore e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Ap, 22,4-5). Nel Regno di Dio splende la luce dell’Agnello immolato, che fissa con lo “smalto” dell’eternità la vita di coloro che hanno cercato il suo Volto. Il Paradiso non è una sorta di galleria di ritratti degli eletti, ma è, per così dire, la bottega del Maestro per eccellenza, il Signore, che illumina con la luce della vita coloro che lo hanno cercato con cuore retto e sincero. Il Regno dei cieli è, in un certo senso, la bottega del “divino Vasaio”, che dà il tocco definitivo, quello della gloria eterna, alla creatura umana, modellata dal “tornio” della carità.
Mentre domandiamo al Signore di concedere al nostro fratello Norberto la gioia di contemplare “faccia a faccia” il suo volto “splendente come il sole”, chiediamogli di aiutarci a “tenere viva la speranza” con il respiro profondo della preghiera. “Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli”: questa professione di fede, che la liturgia esequiale ci consegna, suscita un interrogativo: che cosa ha di prezioso, davanti a Dio, la morte dei suoi fedeli? Se all’occhio umano, per quanto illuminato dalla fede, la morte appare tenebrosa, allo sguardo di Dio è preziosa! È preziosa non solo perché svela quale sia il prezzo della nostra salvezza, ma anche e soprattutto perché manifesta quanto sia inestimabile, davanti a Dio, l’offerta di chi accoglie “sorella morte” con cristiana speranza.
“In Paradiso ti accompagnino gli angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri, e ti conducano nella santa Gerusalemme”: queste sono le parole che la liturgia, nel giorno delle esequie di un defunto, pone sulle labbra dei fedeli. “Ti accolga – aggiunge la liturgia – il coro degli angeli, e con Lazzaro povero in terra tu possa godere il riposo eterno nel cielo”. Ti accolgano i santi della nostra terra e, in particolare, santa Chiara d’Assisi, di cui oggi celebriamo la memoria; di lei il biografo dice: “Nobile di nascita, più nobile per grazia”. La vera nobiltà è, infatti, quella della grazia divina, che conferisce “splendore di bellezza” all’uomo, a condizione che metta la “tela” della propria vita nelle mani del “divino Pittore”.
“Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli”: questa beatitudine si è compiuta per Norberto che, con il suo talento artistico, ha servito il Signore con gioia. “Mite e festoso ti appaia il volto di Cristo Salvatore”: è l’augurio, anzi, la formula di benedizione con cui la Comunità spellana, commossa e grata, ti saluta, chiedendo al Signore di farti sedere alla “tavola” del Regno – oserei dire alla “tavolozza” del Regno! –, dove egli stesso passerà a servirti il “calice” della beatitudine, e a passarti i “colori pasquali” della luce e della pace. È con questa fiducia che eleviamo al Signore, “Autore e Amante della vita”, la nostra fervida preghiera di suffragio e di conforto. “Egli è la salvezza del mondo, la vita senza fine e la risurrezione dei morti”.
Foligno/Spoleto
12/08/2009 10:30
Redazione