“Chiediamo alle istituzioni una maggiore attenzione alle sorti della Banca Popolare di Spoleto, quelle stesse istituzioni che, giustamente, si interessano dei vari tavoli di crisi aperti presso le miriadi di aziende in difficoltà della regione ma che, invece, sembrano disinteressarsi rispetto alle vicende di una banca locale che dà lavoro a centinaia di dipendenti e contribuisce a sostenere la domanda di credito in una fase congiunturale di crisi senza precedenti”. È la richiesta che arriva da Claudio Bendini e Luciano Marini, rispettivamente segretari generali di Uil Umbria e Uil credito esattorie e assicurazioni (Uilca), rispetto alle vicende che stanno interessando l’istituto di credito umbro. “Ribadiamo la necessità, a questo punto urgente – dichiarano Bendini e Marini –, della convocazione di un tavolo regionale del credito al fine di suscitare fra i diversi attori un dibattito approfondito su quale modello di credito vogliamo per l’Umbria, quali strategie mettere in campo e secondo quali principi, proprio a partire dalla partita in Banca Popolare di Spoleto”. I due segretari hanno ricordato di aver già sollevato la questione qualche mese fa e di aver, in quella occasione, sottolineato come “di fronte ad assetti creditizi regionali in rapida evoluzione, si assisteva all’assenza di un dibattito serio capace di coinvolgere le forze produttive e sociali, insieme a un appropriato livello istituzionale”. “Desideriamo ricordare anche – hanno proseguito Bendini e Marini – l’incontro che unitariamente organizzammo fra Cgil, Cisl e Uil confederali dell’Umbria e segreterie regionali del credito di Fisac, Fiba e Uilca, con il presidente di Abi Umbria, Francesco Tuccari, che rappresentò uno dei rari momenti di riflessione su quanto stava accadendo, a livello bancario, nel nostro territorio. In quell’incontro emersero, a nostro avviso, alcune istanze che, ancora oggi, conservano una certa validità, pur necessitando di un adeguamento al mutato scenario di riferimento. Il nostro obiettivo era favorire la partecipazione di istituzioni, imprenditori e fondazioni bancarie e speravamo che il nostro contributo avrebbe dato, per così dire, ‘la sveglia’ a una politica talvolta assopita rispetto alle piccole e grandi questioni dell’Umbria o, quantomeno, fortemente distratta. Torniamo a reiterare la richiesta che dall’imprenditoria locale possa partire un piano di azione finalizzato alla ricapitalizzazione dell’istituto spoletino e vogliamo capire se c’è l’interesse e la volontà a sostenere un’operazione vantaggiosa per l’economia del territorio”. “Sulle vicende di corruzione – concludono Bendini e Marini –, contestate ai vertici aziendali di Bps, che qualora accertate sarebbero di una gravità inaudita, sta indagando la magistratura alla quale va sin d’ora l’apprezzamento e il sostegno di Uil e Uilca Umbria, con l’augurio che si arrivi a fare chiarezza definitivamente sugli accadimenti degli ultimi anni e che hanno visto protagonista la banca e il suo azionista di riferimento. Chiediamo che questa chiarezza e l’accertamento di eventuali responsabilità siano fatte rapidamente nell’interesse principale della comunità spoletina e umbra, dell’economia regionale, della banca stessa ma, soprattutto, dei dipendenti, coloro che, quotidianamente, si prodigano dietro lo sportello, operando in un contesto difficilissimo. Lo fanno con professionalità perché hanno un forte spirito di appartenenza e ambiscono a tenere alto il blasone di una banca e di un marchio storici che, purtroppo, altri e non certo i lavoratori hanno contribuito a infangare”.
Foligno/Spoleto
31/07/2013 16:41
Redazione