La diocesi fa l'inventario

14.467 opere d'arte. Tanto possiede la diocesi di Gubbio. Molto di più in realtà , considerando che in questa cifra non è compreso quanto oggi è di proprietà delle confraternite e dei conventi. Eppure la stima è già imponente e rappresenta il primo tentativo concluso di catalogazione dei beni ecclesiastici, condotto dalla diocesi eugubina così come disposto dalla Conferenza episcopale italiana già nel 1996, quando si intuì la necessità di capire a quanto ammontasse il patrimonio custodito dalla Chiesa. Da qui è partita l'impresa titanica finalizzata alla stesura di un inventario che a Gubbio ha richiesto circa due anni di ricerche e uno per la sistemazione del materiale, consegnando alla diocesi il primato di essere stata la più solerte in Umbria. Un pool di persone ha sostenuto il peso del lavoro: coordinati dal responsabile dei beni ecclesiastici della diocesi Paolo Salciarini e dall'esperto Franco De Logu , tre schedatrici, Agnese Mancini, Liana Baruffi e Tiziana Marchetti, insieme al fotografo Nicola Milletti, hanno passato in rassegna 39 parrocchie della diocesi , la curia, il capitolo della cattedrale e il seminario, redigendo le 14.467 schede. Ciascuna , munita di foto - quest'ultima pubblicata anche sul sito www.chiesacattolica.it - spiega le caratteristiche fisiche dell'opera, come le dimensioni, il soggetto, la datazione e l'attribuzione qualora sia nota , il luogo di conservazione e lo stato in cui versa , così come viene normalmente fatto nelle schede del Ministero dei Beni Culturali. Una sorta di carta d'identità delle opere d'arte, costata 150 mila euro, di cui 60 mila messi a disposizione dalla Cei e la restante parte finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e dalle parrocchie. L'inventario verrà consegnato venerdì prossimo alla Soprintendenza ai Beni artistici dell'Umbria nel corso di un apposito incontro , dopodiché sarà inviato ai 42 enti le cui opere sono state catalogate. In futuro? Passare alla realizzazione di un catalogo , ovvero un volume ragionato che spieghi il portato artistico di ciascuna opera . Un'enciclopedia dell'arte ecclesiastica eugubina che non avrebbe uguali nelle pubblicazioni sinora presentate e che soprattutto farebbe conoscere ad un pubblico molto più vasto i tesori anche più nascosti, patrimonio comune di tutti. (Il Giornale dell'Umbria)