Non è stato ancora ufficializzato, ma è certo che il regolamento attuativo della L.R. n. 19 del 29-07-2009 concernente la “Disciplina delle Manifestazioni Storiche” non verrà emanato dalla Giunta Regionale attualmente in carica. La notizia - spiega l'avvocato Ubaldo Minelli - è pienamente attendibile in quanto proviene direttamente dagli uffici di Via Mario Angeloni, da stretti collaboratori dell’Assessore ai Beni e alle Attività Culturali, Silvano Rometti. La motivazione “ufficiosa” del rinvio sine die consisterebbe nell’asserita assenza, prima delle prossime elezioni regionali del 20-21 marzo p.v., dei tempi tecnici necessari per l’esecuzione degli incombenti (primo fra tutti, la nomina del Comitato tecnico scientifico) previsti e disciplinati dall’art. 10 della L.R. n. 16/2009 (c.d. norma regolamentare).
La palla, per tale fondamentale passaggio normativo (per Gubbio e per la Festa dei Ceri), passa così alla Giunta di nuova nomina e alle componenti politiche che primeggeranno nella prossima competizione elettorale. Per il momento, è in corso di elaborazione semplicemente una delibera, una norma transitoria, che dovrebbe avere la finalità di rendere parzialmente operativa, a fine anno, la legge regionale.
Una delibera, è stato detto, con cui la Giunta Regionale in carica dovrebbe individuare i criteri (requisiti, condizioni soggettive e oggettive, modalità, termini, ecc...) per il riparto dei contributi relativamente all’anno in corso.
Un atto, in sostanza, per rendere spendibili immediatamente i fondi che la Giunta e il Consiglio hanno inserito nell’apposito capitolo di spesa a beneficio delle domande di contributo per il 2009, nel frattempo pervenute in Regione.
A chi chiede informazioni sulle finalità e sui tempi di detta delibera, viene consigliato di presentare, fin d’ora, domanda generica (sic!!) di contributo, intestata all’Assessore ai Beni e alle Attività Culturali.
Siamo già in corsa, dunque, nonostante la mancata adozione di un regolamento attuativo che la stessa legge regionale aveva previsto entro il termine di 60 giorni dalla data della sua pubblicazione (29-07-2009). Delle due, l’una: o è stato poco previdente e accorto il legislatore nell’inserire nel corpus della legge un termine troppo ristretto per la promulgazione del regolamento, ovvero, le voci di generale protesta e di ferma critica provenienti dalla Città dei Ceri hanno consigliato agli addetti ai lavori, alla vigilia di una importante competizione elettorale, “cautela politica”.
Sta di fatto che, dalla data di pubblicazione della legge a quella delle elezioni regionali, intercorrono circa ben otto mesi e, quindi, tutto il tempo necessario e sufficiente all’elaborazione di un adeguato regolamento esecutivo.
In tale contesto “normativo” e “politico” ben delineato, non è assolutamente pensabile, nè sperabile, che l’emanando regolamento possa minimamente recepire alcuna delle proposte, delle istanze eugubine, quali:
a)- l’istituzione di due diversi e distinti elenchi (albi) regionali delle manifestazioni storiche dell’Umbria in cui distinguere (e salvaguardare) le vere manifestazioni storiche, le tradizioni folcloriche, dalle rappresentazioni di tipo rievocativo, dalle sagre e dalle feste paesane;
b)- l’attuazione della L.R. n. 17/92, la quale disciplina la costituzione in Gubbio dell’Istituto Regionale per lo Studio, la Tutela e la Valorizzazione del Patrimonio Folcloristico dell’Umbria, legge in vigore da ben diciassette anni, ma mai applicata;
c)- l’affidamento a detto Istituto, nella sede già formalmente messa a disposizione dall’Amministrazione comunale eugubina (Villino Marvardi), della funzione di individuazione delle manifestazioni da inserire nei due distinti elenchi, nonché di ogni altro aspetto della legge (finanziamenti, ecc..).
Sotto altro e diverso profilo, poi, non è minimamente pensabile che, in spregio al più elementare principio giuridico della gerarchia delle fonti della legge, una fonte di rango inferiore, quale è il regolamento, possa stravolgere e demolire l’impianto normativo disciplinato da una fonte di rango superiore, quale è la legge, prevedendo, nel caso di specie, l’istituzione di due distinti elenchi delle manifestazioni storiche, ovvero introducendo norme finalizzate all’attuazione di un’altra legge, a contenuto difforme.
E’ invece prevedibile e tutto lascia pensare che, in sede regolamentare, la Festa dei Ceri non possa ottenere molto di più di quel riconoscimento (mero enunciato fine a se stesso) contenuto nell’art. 3 della legge e di una gratifica finanziaria di poco superiore rispetto a quelle delle altre manifestazioni, espressioni del patrimonio storico e culturale della comunità regionale umbra.
Riconoscimento, tanto formale quanto inutile, per una Festa autentica (perché celebrazione della vita), unica, eccezionale, che non necessita di attestazioni e di certificazioni di sorta.
La sensazione che si avverte è che, come suol dirsi, i giochi siano ormai fatti.
Resta la constatazione e la preoccupazione che, in assenza di una inversione di rotta a trecentosessanta gradi, la disciplina normativa di cui alla recente L.R. n. 16/2009 possa concretizzare, di fatto, una tacita abrogazione della L.R. n. 17/1992, per la gioia di tutti coloro che in ambienti politici, culturali e universitari regionali non hanno mai potuto digerire il progetto (e la relativa legge) avente ad oggetto la creazione di un Istituto regionale per gli studi folclorici nella città di Gubbio.
E per l’amarezza degli Eugubini, danneggiati dall’ennesimo “scippo”.
09/10/2009 11:53
Redazione