Lignani Marchesani (Fdi): "Sedi giudiziarie, penalizzate C.Castello e Foligno"

“I tre parlamentari che sostengono il Governo Letta e che provengono dall’Alta Valle del Tevere si attivino immediatamente per scongiurare il vero e proprio blackout giudiziario determinato dalla chiusura delle sezioni distaccate umbre”. Lo chiede il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d'Italia), sottolineando che “risparmiare ed accorpare è giusto e sacrosanto, ma soprattutto la sezione tifernate (operatori, avvocati e cittadini) sta vivendo una stagione da incubo, che produrrà il prolungamento dei tempi dei processi e l’aumento delle spese per gli utenti. Il problema è certamente storico: sono sopravvissuti nel tempo tribunali di realtà demograficamente minori e sono state penalizzate realtà come Foligno e Città di Castello, con ben altro carico di contenzioso”. Lignani Marchesani ricorda che “nel periodo precedente all’applicazione della riforma sembrava che alle istituzioni, primo fra tutti al capogruppo in Commissione Giustizia, interessasse solo il destino della Media Valle del Tevere. Risultato: trasferimento di una struttura, tra l’altro da poco tempo restaurata, a Balanzano, una località non solo lontana dal Capoluogo tifernate, ma anche sottoposta al traffico del cosiddetto nodo di Perugia, che in orario mattutino provoca code chilometriche proprio all’altezza di Ponte San Giovanni. Nella stessa nuova sede non ci sono al momento cancellieri, ma solo applicati e, beffa finale per i tifernati, si profila una sovrapposizione di udienze nella giornata di mercoledì tra quelle della ex sezione distaccata e quelle già previste a Perugia. Un vero e proprio caos. Un caos tra l’altro molto oneroso”. Secondo l'esponente dell'opposizione “si deve rivedere immediatamente questo stato di cose e prevedere una diversa tempistica nel passaggio dalla situazione pregressa a quella prevista dalla riforma. Altrimenti assisteremo all’ennesima stangata nei confronti dei cittadini-utenti (che letteralmente ne pagheranno le spese) e della categoria degli avvocati, provocata dai Governi Monti e Letta, a sovranità limitata e legati a presunte larghe intese”.