"Trapianto, nessun limite". Con tale slogan sulla maglia da lui stesso progettata, l'eugubino Lucio Lisarelli ha affrontato l'ennesima impresa nella recente cronoscalata del Trofeo Luigi Fagioli: in sella alla sua lambretta 125 special del 1969, Lucio ha portato a termine i 4150 metri del tracciato che da Gubbio arriva sino a Madonna della Cima in 4 minuti e 26 secondi ad una media di 56 km orari, migliorando il tempo dell'anno scorso di ben 7 secondi. Il tutto, dopo i primi 150 metri necessari per prendere slancio, senza l'ausilio delle mani sul manubrio e con un elastico fissato sul comando del gas. Il tutto è stato documentato dallo stesso Lucio con l'ausilio di una telecamera GoPro disposta sul casco che ha ripreso l'intero percorso, per una modalità di guida unica e che richiede oltre ad un pizzico di follia tanta tecnica e soprattutto grande capacità di rimanere in equilibro soprattutto nelle curve. Una prova verso se stesso ma che possa fungere anche d'esempio per tutti coloro che, magari di colpo, si trovano in un tunnel buoio senza luce: Lucio difatti nel dicembre del 1996, con un quadro clinico ben oltre la precarietà, ha avuto un trapianto di fegato perfettamente eseguito dal professor Giorgio Rossi all'ospedale Maggiore di Milano: per l'eugubino, oggi 77enne, è stata un'autentica rinascita che lo ha portato ad esser testimonial del nosocomio lombardo specialista in trapianti e, grazie a gesta da guinnes dei primati come quella che da anni mette in atto al Fagioli, far capire a chi è nella sua stessa situazione che non solo si può vivere ma si può vivere alla grande, peraltro trattando una tematica dove il recente decreto sul silenzio-assenso possa rappresentare nel concreto un significativo passo avanti permettendo di far crescere le donazioni e i trapianti