Associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione, falso, induzione a dare e promettere denaro ed altre utilità negli appalti post-terremoto: accuse pesanti per la 'cricca' che lucrava sulla ricostruzione abruzzese individuata dal Corpo Forestale dello Stato dei Comandi dell’Umbria e d’Abruzzo con l'indagine denombnata 'Earthquake' esplosa ieri e dalla quale è scaturito l'arresto per 7 tra pubblici ufficiali, tecnici progettisti e imprenditori residenti a Perugia, Gubbio, Assisi, Pescara, Popoli e Bussi sul Tirino; 11 gli avvisi di garanzia ed un sequestro preventivo di € 330.929 euro, somma ritenuta profitto del reato di corruzione.
In particolare sono tre gli umbri arrestati: Stefano Roscini, imprenditore 49enne nato a Foligno e residente ad Assisi attivo nel settore degli impianti tecnologici e dell'editoria avendo collaborato al progetto editoriale -durato appena sei mesi- del Nuovo Corriere Nazionale; Giampiero Piccotti, eugubino di nascita ma residente a Perugia, ex colonnello dell'esercito che secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruono di rilievo nel 'Piano Abruzzo' ed Angelo Ricccardini, geometra eugubino ed ex consigliere comunale di quota AN dalle cui intercettazioni è partita l'inchiesta che oltre che dei tre umbri ha portato all'arresto anche dei quattro abruzzesi Angelo Melchiorre, Antonio d'Angelo, Emilio Di Carlo e Martino Scancella.
Le indagini hanno preso il via dalle dichiarazioni dell' imprenditore umbro, sentito dagli investigatori della Forestale, aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione degli aggregati edilizi del Comune di Bussi sul Tirino per un valore pari ad € 8.000.000,00 a cui il direttore dei lavori avrebbe richiesto la corresponsione di una tangente in denaro pari al valore del 12 % degli appalti da dividere con altri tecnici coinvolti. Le successive intercettazioni e perquisizioni presso le sedi umbre delle società di costruzione e le acquisizioni documentali presso gli Uffici Tecnici della Ricostruzione del Cratere Aquilano hanno fatto scoprire al Corpo Forestale dello Stato l’esistenza di un piano (definito dagli stessi indagati, nelle loro comunicazioni interne, Piano Abruzzo) finalizzato a gestire in modo unitario e sistematizzato l’attività della ricostruzione degli edifici interessati dal sisma del 2009. Le dichiarazioni di un altro imprenditore umbro, che ha già presentato richiesta di patteggiamento, ha permesso agli inquirenti di corroborare il complesso impianto accusatorio ed apprendere che lo stesso pubblico ufficiale si era fatto distaccare per tentare di turbare la gara pubblica per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di ricostruzione ex novo di una scuola elementare e materna, quella di Bagnara
Gubbio/Gualdo Tadino
15/10/2016 08:12
Redazione