Morte sul lavoro nel maceratese, il caposquadra patteggia

Nel giorno dell'ennesimo, tragico, incidente sul lavoro in Umbria, sono comparse davanti al gip Maria Ercoli del Tribunale di Macerata le cinque persone rinviate a giudizio per l’incidente che costò la vita al 37enne gualdese Sandro Bianconi e che ferì gravemente un eugubino di 30 anni, Francesco Angeloni. Uno degli imputati, il caposquadra, anch’egli eugubine, ha chiesto il patteggiamento ed è stato condannato a 8 mesi di reclusione in condizionale, mentre per gli altri quattro il giudice ha disposto il rinvio al 12 giugno prossimo. Era il 24 novembre del 2005 quando a Mogliano, in provincia di Macerata, Sandro Bianconi perse la vita, lasciando la moglie incinta di sette mesi e due figli. Sandro e Francesco stavano infatti eseguendo dei lavori alla linea elettrica in cima ad un palo, a dieci metri di altezza, quando all'improvviso la base di sostegno crollò. Il primo morì sul colpo, mentre il giovane eugubino fu trasportato d'urgenza presso l'ospedale di Torrette di Fano dove rimase ricoverato per tre mesi per le gravi ferite riportate. Ora l'Inail gli ha riconosciuto un'inabilità pari al 36%. All'epoca dei fatti, le indagini preliminari, guidate dal procuratore della repubblica di Macerata Andrea Laurino, portarono al rinvio a giudizio di cinque persone: il titolare della società di Gualdo Cattaneo a cui erano stati affidati i lavori e per la quale lavorava la vittima, il titolare della ditta eugubina che aveva preso in subappalto i lavori, il caposquadra, il dirigente ed un tecnico dell'Enel spa. Ieri i cinque sono comparsi davanti al giudice per l’udienza preliminare. A difendere gli imputati Donatella Tesei, Fabio Antonioli, Ruggero Siena e Vincenzo Maccarone; il collegio difensivo era composto da Ubaldo Minelli, Sandro Picchiarelli e Giancarlo Viti mentre Francesco Angeloni e gli eredi di Sandro Bianconi si sono costituiti parte civile. Il caposquadra ha chiesto subito il patteggiamento ed ha quindi ottenuto uno sconto di pena a 8 mesi di reclusione in condizionale mentre per gli altri quattro imputati il gip ha disposto, dopo una camera di consiglio di tre ore e mezzo, il rinvio a giudizio per il 12 giugno prossimo davanti al giudice Alessandro Iacoboni. Per tutti l'accusa è di omicidio colposo e lesioni gravi colpose dal momento che non fu rispettato il progetto di messa in posa della gettata di cemento e che il palo fu infilato ad una profondità inadeguata. Irregolarità che hanno portato al cedimento della base di sostegno del palo e quindi al crollo costato la vita al giovane operaio. (da Il Giuornale dell'Umbria)