"Le polemiche degli ultimi giorni, che mi hanno visto ancora una volta oggetto di attacchi, mi spingono ad una riflessione, su quello che vorrei fosse il rapporto futuro tra la prossima Amministrazione comunale e la Città".
E apre con queste parole, un intervento del candidato a sindaco di Gubbio, Ennio Palazzari, sostenuto da Pd e dalle liste civiche "Impegno per Gubbio" e "Popolari per Gubbio". Nel ricordare che la sua candidatura e' stata impostata su "trasparenza e correttezza" in una "campagna elettorale, che deve essere un confronto civile non uno scontro tra fazioni", con "l’impegno di essere il rappresentante non di una sola parte politica, ma potenzialmente dell’intera città" e di "non fare promesse irrealizzabili", aggiunge:
"Credo di non essermi mai discostato da tali regole, anche a costo di apparire troppo essenziale. Riconosco di non possedere la vis oratoria di alcuni altri candidati, né di suscitare l'ebbrezza del “nuovismo” ispirata da altri.
Credo però che in questo momento, la nostra comunità abbia bisogno di ritrovare se stessa.
Questa campagna elettorale sembra un caotico inseguirsi di pettegolezzi, anacronistiche dietrologie, sospetti di presunte ombre lunghe, in particolare sulla mia candidatura, da parte di rappresentanti di istituzioni (Fondazione Carisp Perugia) tra l’altro meritevoli, che hanno per scopo soltanto beneficenza e filantropia, che tanto hanno fatto per Gubbio e che Gubbio dovrebbe sperare di avere ancora vicine nei prossimi anni. Non vedo cosa ci sia da temere da un rapporto positivo e costruttivo di un candidato a sindaco con il presidente di una fondazione bancaria.
Le uniche critiche che mi vengono rivolte muovono da cattiverie basate su denigrazioni e maldicenze.
Con le quali la nostra città, così litigiosa e divisa, non riesce ad andare avanti.
Se può essere di conforto ai soggetti che adoperano questi mezzi, posso rassicurarli: non mi sposterò di un centimetro dal mio modo di fare, resterò me stesso, e questi attacchi non fanno altro che convincermi di più che Gubbio ha bisogno di ritrovare una bussola. Solo ritrovando coesione e buon senso, tutti insieme, possiamo provare a far uscire la nostra comunità dalla palude in cui si è ritrovata. Per questo intendo spendermi e, come si usa dire oggi, intendo metterci la faccia.
Ho lavorato per tanti anni fuori Gubbio, ho conosciuto professionisti, amministratori, politici, personaggi del molto culturale e imprenditoriale, e ho sempre “vestito” con orgoglio il mio essere Eugubino.
Oggi vorrei con orgoglio mettere a disposizione questa esperienza a favore della comunità a cui sento di appartenere. Dichiarandomi disposto a collaborare fattivamente anche con chi gli Eugubini dovessero scegliere al mio posto.
Gubbio ha bisogno di ritrovare unita e serenità.
Basta con la caccia alle streghe, con le urla e le polemiche fini a se stesse. Serve un clima costruttivo. Serve concretezza.
Quella stessa concretezza che in queste ore, in modo esemplare, stanno dimostrando alcune associazioni di volontari a Gubbio, che hanno risistemato in silenzio e con solerzia la rotatoria di Madonna del Ponte (Contessa) o che hanno tagliato l'erba a Parco Ranghiasci.
Questa "Gubbio del fare" mi fa sentire orgoglioso, ed e' lontana anni luce dalla "Gubbio del chiacchiericcio" molto abile nel dileggio e nella maldicenza, magari su internet e magari sotto falso nome.
Questa "Gubbio del fare" e' quella che ci mette la faccia e le braccia, proprio come vorrei fare io in Comune, ed e' la nostra speranza per il futuro.
Questa Gubbio però deve trovare nell'amministrazione comunale futura un interlocutore attento e disponibile all'ascolto e alla collaborazione. Capace di fornire, con le proposte che ho già illustrato e fanno parte del nostro Programma (“Casa del Volontariato”, Fondo comune per le associazioni, Consulta delle associazioni a parere obbligatorio) risorse, per quanto possibile, mezzi e disponibilità per far sentire il mondo del volontariato e delle associazioni quella parte vitale della città, quale effettivamente è.
Gubbio è stanca di sapere che nel Palazzo si può essere etichettati. Gli Eugubini sono stanchi di assistere a continue risse verbali, alla divisione della città in buoni e cattivi, con la nostra Gubbio che ogni giorno di più finisce per isolarsi, dopo anni e anni di diatribe interne ed esterne.
Insieme a questa parte attiva della citta', insieme alla “Gubbio del fare”, la prossima amministrazione dovrà saper dialogare con tutti, con le istituzioni, le fondazioni, le associazioni, i comitati e con i singoli cittadini. Senza remore, senza pregiudizi, con la cordialità, la disponibilità, l'autorevolezza e la concretezza che si deve ad un buon amministratore.
Con quella stessa volontà di mettersi a disposizione che, molto modestamente, ho cercato di esprimere in anni e anni di collaborazione volontaria con Don Angelo Fanucci, oggi nell'occhio delle polemiche per aver semplicemente raccontato una storia di amicizia, di collaborazione disinteressata, risalente a 20 anni fa, e di stima reciproca.
La “Gubbio del fare” sa bene che tutto questo non può essere una colpa".
Gubbio/Gualdo Tadino
14/05/2014 08:19
Redazione