È un gioiello, uno dei più suggestivi angoli panoramici eugubini, un polmone verde incastonato nel cuore della città. E' il parco Ranghiasci di Gubbio su cui da anni, tuttavia, più che per la sua bellezza, si sono accesi i riflettori per il lento declino che lo sta interessando. Nell'ultimo periodo soprattutto, il parco continua a essere al centro di segnalazioni di cittadini e associazioni per lo stato di abbandono in cui versa. Lo splendido giardino ottocentesco di quella che era la Famiglia del marchese Francesco Ranghiasci sconta la presenza invasiva dei cinghiali che hanno completamente razzolato il terreno, scavando e producendo grosse buche e avvallamenti in cerca di cibo. Fino a qualche tempo fa la loro presenza si limitava alla parte alta del parco, nei pressi delle mura cittadine, ma si è poi spostata verso il basso, fin sotto la zona della fontana e del tempietto dove pure i segni del loro passaggio sono ben visibili a partire dal pratino che è completamente sparito. Proprio qui di recente è stato immortalato e rinvenuto senza vita un piccolo cinghiale che probabilmente aveva cercato di abbeverarsi finendo in acqua e rimanendo intrappolato (foto in basso). La foto è stata pubblicata sui social. Dopo qualche ora l'esempare è stato rimosso. In generale in tutto il parco si respira un'aria di trascuratezza anche per quello che riguarda la cura del verde e degli arredi come panchine e cestini per la spazzatura. Dove non arrivano i cinghiali poi, si vedono i segni dei comportamenti scorretti di quanti abbandonano in giro rifuti di vario genere. Le sculture e le creazioni artistiche delle Biennali d'arte contemporanea ormai sono mute testimoni di un progressivo declino del parco su cui il prossimo mercoledì 5 aprile si discueterà anche in Consiglio Comunale con un'interrogazione del gruppo Lega. Nell'atto presentato, i consiglieri Michele Carini e Sabina Venturi chiedono al sindaco Filippo Stirati e alla sua Giunta quale sia il destino del parco, se è vero che verrà fatta una gara d'appalto per affidarne la gestione, sia del giardino sia del villino Ranghiasci, come annunciato più di un anno e mezzo fa. La speranza, inutile dirlo, è che un luogo così pittoresco, affascinante e frequentato possa tornare ad essere pienamente curato e valorizzato come meriterebbe.
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