Perugia: “Reparti disorganizzati al Santa Maria della Misericordia: paziente 'parcheggiata' due giorni in chirurgia”

“Ogni giorno sentiamo parlare di tagli alla sanità e dei conseguenti disservizi per i pazienti ma basterebbe prima di tutto una maggiore organizzazione interna da parte dei dirigenti ospedalieri e una migliore comunicazione tra reparti per evitare sprechi, risparmiare e rendere un servizio migliore al cittadino”. E' quanto denuncia Stefano Babucci, presidente della sezione umbra dell'Opera Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili, che racconta quanto accaduto ad una paziente, che ha segnalato il suo caso all'associazione perugina. “Dopo un'operazione e il positivo decorso post operatorio è rimasta bloccata per due giorni nel reparto di chirurgia dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia a causa di uno scambio errato di informazioni tra due reparti – racconta Babucci -. La paziente è stata lasciata in stand by per 48 ore, nonostante fosse sufficiente una visita cardiologica, peraltro richiesta due giorni prima dal reparto di chirurgia, per essere dimessa. La situazione si è sbloccata solo grazie all'intervento dei familiari che si sono recati in cardiologia: qui si sono sentiti dire che non avevano ricevuto il fax necessario dal reparto di chirurgia. Quest'ultimo, successivamente interpellato sempre dai parenti della paziente, afferma di aver inviato la documentazione necessaria. Da cardiologia – aggiunge ancora il presidente dell'Onmic Umbria – rettificano quanto detto in precedenza e affermano di aver ricevuto il fax, che nel frattempo era stato inviato un'altra volta. Insomma, tempo e soldi sprecati oltre al fatto che si trattava di una visita cardiologica in seguito ad un'operazione, con tutti i possibili rischi connessi ad un ritardo che poi si è effettivamente verificato. E mi preme sottolineare che se la paziente fosse stata dimessa avrebbero potuto trovare spazio in reparto quanti invece sono costretti ad attendere nelle corsie”. “Un paziente in reparto costa diverse centinaia di euro al giorno al servizio sanitario: questo caso, che non è certo il primo, è dunque l'ennesima dimostrazione di come la disorganizzazione sia la prima forma di spreco all'interno del sistema sanitario. Saper coordinare al meglio le proprie risorse – conclude Babucci – è la prima forma di risparmio per un servizio, come quello sanitario, che troppo spesso si caratterizza per il disservizio”.