Ospite della trasmissione Fuorigioco, il direttore sportivo del Perugia Calcio Roberto Goretti, il quale ha analizzato la vittoria del Perugia sul Pontedera, che ha permesso ai biancorossi di spiccare il volo verso il primato solitario della classifica, della stagione no del Gubbio, fino a fare le carte della volata al primo posto. Non è mancato poi un commento sull'ex tecnico del grifo Cristiano Lucarelli e anche qualche curiosità sul suo passato da giocatore. “ Domenica con il Pontedera è stata una sofferenza totale. Non avremo fatto una prestazione esteticamente bella, di certo però quel che conta è aver portato a casa tre punti fondamentali per il primo posto approfittando dello scivolone del Frosinone a Lecce, anche se a dirla tutta, avrei preferito di gran lunga un pareggio al Via del Mare. Dobbiamo dire anche grazie ai nostri tifosi che sono stati eccezionali, davvero da Serie B, ci hanno incitato per oltre novanta minuti facendo volare la squadra sulle ali dell'entusiasmo e mettendola in condizione di giocare al meglio. Il Pontedera? Gran bella squadra, mi sbilancio aggiungendo che forse di tutte quelle che abbiamo incontrato è quella che esprime il miglior calcio. Ha un precisa identità e modo di stare in campo, ieri è arrivato poi al Curi con una serenità mentale che noi sinceramente non avevamo visto l'importanza della gara in una giornata che vedeva Frosinone e Lecce confrontarsi. Ma non mi stupisco più di tanto nel vedere il Pontedera nei play off: nel corso del campionato hanno preso anche qualche giocatore in più di esperienza il che gli ha consentito anche di limare nel proprio piccolo qualche peccato di gioventù, per il resto bisogna fare solo i complimenti al lavoro che stanno portando avanti ormai da tre anni. Fabinho in calo e l'esplosione di Mazzeo, l'intercambialità degli interpreti che fanno la differenza è il segreto di questo Perugia? “Io penso che sia proprio il gruppo la forza di questa squadra. Siamo una rosa composta da diciotto giocatori e tre portieri, a livello numerico non siamo nemmeno tantissimi e questo facilita anche la rotazione di tutti gli elementi che si sentono così parte integrante del gruppo e sono chiamati a dare il massimo, non penso che questo Grifo sia frutto di individualità”.In occasione della gara con il Viareggio, Lucarelli ha più volte sottolineato di come sia stato anche merito suo l'allestimento di un organico forte, che lotta per il vertice in questo finale, lei cosa ne pensa? “Penso che Cristiano abbia in minima parte ragione, nel senso che il suo apporto è stato decisivo in un paio di situazioni come quelle di Scognamiglio, con il quale ha tenuto contatti praticamente giorno e notte senza mai mollarlo, ha influito sull'arrivo di Mungo, un giocatore che anche in allenamento andava a cento all'ora e che mi dispiace alla fine abbia deciso di cambiare aria, sarebbe stato molto importante in questa seconda parte di stagione. Il merito più grande da dare a Cristiano è il fatto di aver pensato a Comotto come possibile obiettivo, e grazie alla sua intuizione abbiamo trovato oltre ad un professionista vero, anche un leader e capitano. L'ultimo giocatore è stato Bationò che per molti problemi fisici ha reso meno di quello che ci aspettavamo. Detto questo voglio precisare che è il Perugia, come società, a dettare una precisa filosofia, ad imporre un certo atteggiamento e determinati giocatori che secondo noi sono giusti per il progetto, l'allenatore conta senza dubbio, ma siamo noi alla fine a dettare la linea guida e questo lo sa dell'inizio anche l'attuale tecnico Camplone”. Quali percentuali ha il Perugia di vincere il campionato? “Io penso che sia noi, che il Frosinone e il Lecce abbiamo il 33% di andare in Serie B, certo è che se non subiamo gol domenica le nostre si impennerebbero moltissimo perchè il Lecce sarebbe fuori dai giochi matematicamente e con il Frosinone, statistiche alla mano, basterebbe un'altra volta limitarci a non subire gol”. Quanto somiglia questo Perugia a quello di Galeone di cui anche lei ha fatto parte? “Non lo so di preciso è sempre difficile fare paragoni, soprattutto perchè il calcio cambia durante il corso degli anni. Forse nella sfrontatezza e nella voglia di affrontare a viso aperte le partite, trovo qualcosa di simile”. Ti saresti mai aspettato che l'Italia arrivasse al trionfo mondiale del 2006 con Materazzi grande protagonista? “La prima volta che ho giocato con Marco è stato proprio con Galeone in panchina, avevano un rapporto poco positivo e non avendo avuto grande spazio non mi aspettavo una carriera così importante per lui. Quando sono tornato una seconda volta, ho ritrovato invece Materazzi capitano e pronto per una big del nostro calcio”. Ultima battuta sul Gubbio, come valuta la stagione dei rossoblù? “A mio avviso molto sfortunata, tanti infortuni, soprattutto di giocatori importanti chiamati a fare la differenza, senza i quali è stato sempre un rincorrere i play off tanto che alla fine sono diventati irraggiungibili. La squadra che abbiamo affrontato all'andata mi ha impressionato moltissimo, aveva disputato un bel calcio e forse non aveva meritato nemmeno la sconfitta, mi sento di dire che un grande handicap il Gubbio lo ha avuto anche dal calendario, riposando la prima giornata: in questo modo si è ritrovato di nuovo a rincorrere dalla seconda come se all'esordio avesse perso e questo alla lunga può diventare uno svantaggio importante visto che lo abbiamo provato anche noi pur riposando alla seconda”.
Perugia
15/04/2014 17:38
Redazione