Pian D’Assino, oltre 200 espropri

Lo afferma anche il codice civile: il bene del singolo è subordinato al bene comune. Per questo il via agli interventi che riguarderanno 5 km del tratto della Pian d'Assino tra Madonna del Ponte e Mocaiana non può che essere visto come un passo decisamente importante. Tuttavia, alcune operazioni, come per esempio gli espropri di terra che coinvolgeranno dai 200 ai 300 privati cittadini (ovvero 50 ditte catastali), hanno destato qualche perplessità tanto che ieri le persone interessate dal provvedimento si sono recate all'ufficio collocamento per chiedere chiarimenti direttamente dell'Anas. Le lettere di esproprio recapitate in questi giorni costituiscono un'informazione preventiva; i cittadini avranno infatti trenta giorni di tempo dal ricevimento della missiva per presentare eventuali ricorsi o semplici delucidazioni, altrimenti il loro silenzio verrà valutato come "silenzio assenso". Intanto la Regione ha già anticipato 3 milioni e mezzo per gestire l'intera operazione, di cui 2 per indennizzare chi si vedrà espropriare il terreno e il resto per la rimozione delle linee elettriche e telefoniche. Da un minimo di 80 centesimi di euro a mq ad un massimo di 2,50 euro inoltre gli indennizzi previsti dai parametri catastali. "Sono venuto qui per chiedere spiegazioni, non capisco perchè mi abbiano chiamato. - afferma Cesare Migliarini - Il mio terreno è già stato sottoposto ad esproprio nel 1983 e riguarda il primo tratto da Gubbio a Madonna del Ponte, ovvero non quello oggetto degli interventi. In quell'occasione mi dovevano dare 195 lire al mq - ha aggiunto - ma le ottenni soltanto dopo 12 anni di attesa". "La nuova strada passerà in mezzo al mio terreno dividendolo in due parti - spiega Bruno Frenguellotti - E' uno spazio di due ettari che avevo acquistato nel 2000 ad un prezzo decisamente superiore alla quota che mi sarà restituita". Anche Gianfranco Barbi non manca di rimarcare questo aspetto. "E' chiaro che il valore di mercato dei nostri terreni è notevolmente maggiore dell'indennizzo che ci daranno - sottolinea - ma questi sono i parametri catastali e non possiamo far altro che accettarlo". Ma c'è anche chi vuole capire se ci siano gli estremi per intraprendere la via legale, come quattro cittadini della frazione di Semonte. "Non è da escludere la possibilità di adottare delle soluzioni alternative all'esproprio - sostiene l'avvocato Tiziana Zeppa - in teoria sarebbe meno costoso utilizzare per i lavori del tratto della Pian d'Assino dei vicini terreni pubblici peraltro non coltivati. Inoltre - conclude - c'è da considerare la cosiddetta 'fascia di rispetto', che prevede una distanza delle operazioni di sistemazione dai terreni privati di almeno 30 metri". La discussione, a quanto pare, è appena cominciata.