Pietralunga. Caso Bianzino, la difesa di Roberto Santini.

Non usa mezzi termini il segretario generale del sindacato nazionale autonomo di Polizia penitenziaria Roberto Santini che, dopo le tante polemiche sulla morte in carcere di Aldo Bianzino, il falegname 44enne di Pietralunga trovato cadavere nella sua cella del carcere perugino di Capanne lo scorso 14 ottobre, ha deciso di prendere posizione sulla vicenda. “Il carcere di Capanne – dice Santini – non è un lager né un mattatoio ed è stato ingiusto, dietro al caso della morte di Bianzino, definire “fascisti e picchiatori”, gli agenti che quotidianamente svolgono il loro lavoro all’interno della struttura carceraria perugina. Addirittura qualcuno ha asserito che vengono seguiti appositi corsi per imparare a picchiare senza che venga lasciato alcun segno di violenza sul corpo. Tutto questo – insorge Santini – è assolutamente falso e la vicenda di Bianzino è stata strumentalizzata per fini che poco o nulla hanno a che fare con la verità e la giustizia”. L’autopsia eseguita sul corpo dell’uomo ha smentito che sia stata esercitata alcuna forma di violenza su Bianzino tale da provocarne la morte ed infatti il pm Petrazzini ha chiesto l’archiviazione del caso.