Piove sulla messa di Pasqua nella chiesa di San Domenico a C.Castello

Piove a "catinelle" anche sulla messa di Pasqua. Per evitare spiacevoli disguidi ai fedeli che vorranno partecipare alla tradizionale funzione religiosa, il parroco di San Domenico, Don Giulio Cii, e' stato costretto a correre ai ripari ed utilizzare anche due contenitori piazzati a pochi passi dall'altare dove il rischio di infiltrazioni e cadute "libere" e' maggiore. E' la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso, gia' colmo da tempo. La monumentale chiesa di san Domenico, (adiacente alla piccola piazza di San Giovanni in Campo dove venne costruita per volere dell'ordine domenicano, nel luogo dove già sorgeva una chiesa di modeste dimensioni, tra il 1399 ed il 1424) versa da anni ormai, in condizioni a dir poco precarie, ingabbiata in una impalcatura nella parte posteriore e minata esternamente dal tempo e dall'erosione degli agenti atmosferici. Come se non bastasse a cio' si aggiunge anche incuria e condizioni igieniche, nei pressi dell'impalcatura, che soprattutto di notte rendono a dir poco indecoroso quel luogo sacro e di grande interesse storico. All'interno della chiesa la situazione di degrado e' sotto gli occhi dei fedeli: lungo l'altare laterale e la navata il soffitto presenta delle crepe da cui filtra acqua. Stessa sorte tocca anche ai muri, impregnati di umidita'e muffa che rischiano di minare l'intonaco. Il parroco, don Giulio Cii, stufo di lanciare continui "Sos" implora un intervento urgente per porre fine a questo scempio. La chiesa di San Domenico, inserita anche nei tour turistico-religiosi, racchiudeva in passato due importanti tavole, il "Martirio di San Sebastiano" di Luca Signorelli, oggi collocato nella locale Pinacoteca Comunale, e la "Crocefissione" di Raffaello ora conservata al National Gallery di Londra. L'altare maggiore conserva l'urna con il corpo della Beata Margherita (1287-1320) beatificata il 18 novembre 1609, la reliquia vi fu collocata il 30 aprile 1678 e in quella occasione venne rinnovato l'altare da Nicola Barbioni. "Non si puo' piu andare avanti cosi, siamo costretti continuamente a tamponare le infiltrazioni d'acqua, questa chiesa appartiene alla collettivita' e al patrimonio storico - ha detto sconsolato il parroco - qualcuno deve intervenire per evitare che il degrado definitivo".