Oltre quattro ore di udienza. Il processo con rito abbreviato a carico di Luigi Battista, l’omicida reo confesso del barbiere eugubino Furio Brancaleoni, ucciso a colpi di pistola nella propria bottega il 14 aprile dello scorso anno è entrato nel vivo. Di fronte al giudice Claudia Matteini, pubblico ministero Giuseppe Petrazzini, sono stati sentiti i tre testimoni richiesti dalla difesa del Battista, rappresentata dall’avvocato Ubaldo Minelli. Legale della parte civile è l’avvocato Anna Sarli. In particolare, è stata la volta della testimonianza di una specialista del servizio psichiatrico della Asl 1, che ha curato la terapia della convivente del Battista, la stessa donna, e sua sorella.
Dopo alcuni mesi da quel 14 aprile, in sostanza, la donna avrebbe rimosso il blocco psicologico in cui sarebbe piombata a seguito del fatto di sangue. Questo l’avrebbe fatta parlare, di fronte alla specialista stessa, di violenza sessuale subita il 12 aprile, due giorni prima dell’omicidio. Da qui, l’invito a riferire questo ulteriore particolare agli inquirenti, e questo sarebbe avvenuto di fronte ai carabinieri di Gubbio nel mese di dicembre dello scorso anno e confermato in gennaio.
Particolari ulteriori che sarebbero stati confermati al momento della sua testimonianza di fronte al giudice Matteini dalla stessa compagna del Battista. Un episodio, quello della violenza, che la donna sostiene di aver rimosso immediatamente dopo l’omicidio, per questo in passato avrebbe sempre solo parlato di molestie e fastidi. Solo in seguito, per effetto della terapia ricevuta, ci sarebbe stata la rimozione del blocco e la nuova testimonianza. Il processo è stato aggiornato al 10 aprile, anziché al 24 marzo come inizialmente previsto, sia per questioni tecniche sia per soddisfare la richiesta del pm Petrazzini di acquisizione di tutti i colloqui avuti in carcere dal Battista. Un particolare importante, visto che la donna avrebbe proposto la nuova versione dei fatti dopo un colloquio in carcere con l’imputato. Sarebbe emersa anche qualche contraddizione nella ricostruzione della vicenda.
Può dirsi così conclusa l’udienza probatoria del processo a carico di Luigi Battista, l’operaio calabrese accusato di omicidio doloso aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, oltre che di detenzione abusiva di pistola con matricola abrasa e di possesso illegale di 75 munizioni. Il processo, iniziato il 6 febbraio è proseguito lo scorso 16 febbraio, udienza nella quale era stata accettata la richiesta di giudizio con rito abbreviato. Il 10 aprile, a quasi un anno dall’omicidio, potrebbe arrivare la sentenza di primo grado.
09/03/2006 08:15
Redazione