"Il danno e la beffa". Così si apre la nota della Comunanza Agraria Appennino Gualdese in merito al progetto di messa in sicurezza e valorizzazione dell'area della Rocchetta presentato in Regione dall'azienda omonima.
"Le luci di un marketing scintillante - si legge - non possono far distogliere lo sguardo dalla realtà dei fatti, dagli abusi e dagli interessi legati all’acqua."
La Comunanza ricorda che il recupero dell'area poteva essere già avviato seguendo le norme di legge e, come gestore di una proprietà collettiva che insiste in zona, torna a indicare le tappe ritenute imprescindibili:
- esecuzione immediata della sentenza del Consiglio di Stato (n. 5022 del 01 Luglio 2021) che prevede la demolizione dei cabinotti (casottini a protezione dei pozzi);
- chiusura dei pozzi Rocchetta per mancanza di qualsivoglia titolo abilitativo, come richiesto espressamente dalla Comunanza;
- avvio dei lavori per la restituzione della Valle e della Fonte ai cittadini gualdesi, con un progetto condiviso attraverso l'istituzione formale di un tavolo tecnico.
Critiche alla Regione Umbria per aver:"Accolto in conferenza stampa la presentazione della proposta “OASI Rocchetta”, vecchia di 7 anni, come se nulla fosse nel frattempo accaduto (...) Invece di applicare quanto stabilito nelle sentenze, si preferisce presentare una proposta accattivante, su terre altrui, soggette ad importanti vincoli ambientali, senza interpellare la collettività proprietaria dell’area."
La Comunanza ricorda che la ristrutturazione del vecchio capannone per farne un polo museale, con negozi e area ristoro, non è finanziato da Rocchetta, ma nel progetto è solo previsto che il capannone venga regalato al Comune: "Senza considerare che lo stesso è invece in parte di proprietà della Comunanza Agraria e pertanto della collettività."
Il documento paventa uno scenario futuro disastroso per l'ambiente nel caso di realizzazione del progetto, ribadendo il proprio chiaro diniego alla realizzazione.
Gubbio/Gualdo Tadino
09/01/2022 15:07
Redazione