“Gravissimo episodio quello accaduto nel carcere di Capanne di Perugia dove alcuni detenuti hanno messo in atto una vera e propria rivolta, ammassando televisori davanti all’ingresso delle sezioni, armati di lamette e minacciando di dar fuoco a tutto”.
Sulla questione intervengono il senatore Lega Nord, Stefano Candiani e i consiglieri regionali Emanuele Fiorini e Valerio Mancini che proprio nel pomeriggio di ieri, 29 giugno, hanno svolto un sopralluogo all’interno della struttura ed hanno incontrato gli agenti di Polizia Penitenziaria e le sigle sindacali in stato di agitazione.
"Quanto accaduto in serata – continuano i rappresentanti del carroccio – mette a nudo tutte le problematiche della casa circondariale che gli agenti stanno denunciando da settimane a Prefetto, Comune di Perugia e al Ministero della giustizia. Siamo di fronte a delle criticità che non possono più essere sottaciute, in quanto, ogni giorno, viene messa a rischio l’incolumità delle forze dell’ordine e del personale medico e civile”.
I consiglieri Fiorini e Mancini puntano il dito contro la carenza di personale, gli straordinari non pagati e la gestione dei detenuti: “Dopo aver incontrato gli agenti di Polizia Penitenziaria e le rappresentanze sindacali – dicono – abbiamo appreso con rammarico tutti i deficit strutturali-organizzativi e le difficoltà che devono affrontare gli agenti nello svolgere il loro lavoro. Nella struttura compaiono 292 unità in pianta organica, ma effettivamente stanno lavorando solo in 215, in quanto ci sono più di 50 unità distaccate a Roma e negli uffici ministeriali. Tutto questo ha generato l’obbligo da parte del personale, come ci hanno raccontato loro stessi, di svolgere turnazioni fino a 16 ore e affrontare straordinari che, tra l’altro, non sono stati pagati. Inoltre, l’abolizione del provveditorato giudiziario della regione Umbria, con la conseguente unificazione a quello della Toscana, ha causato l’arrivo, nella casa circondariale di Capanne a Perugia, di 50 detenuti psichiatrici, difficili da gestire, i quali in realtà dovrebbero essere ospitati da strutture cosiddette “Rems” che, però, in Umbria ancora non esistono. Tali soggetti sono di fatto ingestibili, a causa del sottorganico, dell’assenza di strutture sanitarie apposite e a causa della vocazione stessa del penitenziario umbro, per il quale sono stati spesi molti soldi nell’obiettivo di istituire una sorveglianza dinamica, non ancora ultimata. Questi detenuti stanno destabilizzando l’ambiente e anche la vita degli altri carcerati inseriti in un percorso di recupero.
Le sciagurate riforme Pd hanno causato anche altri problemi: per accompagnare i detenuti alle udienze processuali in Toscana servono da 3 a 5 agenti, con costi di trasporto e impiego di risorse umane. Siamo delusi dal fatto che il Prefetto non abbia ancora ascoltato le esigenze delle guardie carcerarie in stato di agitazione, ma forse in questo periodo è troppo distratto a colloquiare con l’Imam di Umbertide. Ricordiamo, infine, che il 75% dei detenuti del carcere di Capanne sono stranieri e principalmente magrebini e pluripregiudicati. Per quanto ci riguarda, sarebbe il caso di fargli scontare la pena nel loro paese di origine. Noi stiamo con le guardie”.
Da parte sua il senatore Stefano Candiani ha preso un impegno importante con le guardie in stato di agitazione: “Parlerò della situazione del carcere di Capanne di Perugia con il Ministro della giustizia, Andrea Orlando – spiega – con il quale ho già fissato un incontro. Allo stesso modo chiederà collaborazione alle altre forze politiche che rappresentano l’Umbria in Parlamento, con la convinzione che questa non debba essere una battaglia di parte, ma debba diventare un’azione politica fatta con coscienza e intelligenza”.


Perugia
30/06/2017 15:39
Redazione