Sulla macchina organizzativa delle regionali, quanto mai faticosa per il complicato gioco delle alleanze politiche, pendono anche i tempi tecnici e le scadenze imposti dalla legge che regola la materia. Scadenze che se non sono proprio dietro l'angolo, si avvicinano veloci, anche perche' in mezzo c'e' ancora molto lavoro da fare: nel tessere intese - con molti dubbi ancora aperti su quel che faranno l'Udc e l'Italia dei Valori; e nell'individuare i partecipanti alla corsa. Un fronte, quest'ultimo, su cui ci sono ancora diverse zone nebulose anche per quanto riguarda il candidato presidente. Un passaggio, tra l'altro, che in alcuni casi il centrosinistra affrontera' con le primarie, ulteriore elemento da considerare nel 'calendario' complessivo. Partiti e movimenti politici hanno davanti a se' un mese e mezzo di tempo per presentare le liste dei candidati alle regionali. In base alla tabella di marcia dettata dalla legge 108 del 1968, entro il 28 febbraio le liste dovranno essere depositate presso le cancellerie dei tribunali competenti. La presentazione, infatti, va effettuata dalle 8 del trentesimo giorno alle 12 del ventinovesimo giorno precedente al voto. Le elezioni di terranno il 28 e 29 marzo, ma il primo giorno e' quello utile per il conteggio a ritroso. Per l'11 febbraio, ossia 45 giorni prima delle elezioni, dovranno invece essere indetti i comizi elettorali, l'atto che da' ufficialmente inizio sul territorio alle procedure elettorali, con i sindaci tenuti a darne notizia agli elettori in un apposito manifesto. Entro il 28 febbraio, quindi, tutti i giochi legati alle primarie e alla composizione delle liste dovranno essere completamente chiusi. Per molte regioni, quindi, si apre una corsa contro il tempo: da sciogliere ci sono tutti i nodi che non si sono sciolti in almeno quattro mesi di negoziati. Questione da dirimere ce ne' tanto per il centrosinistra che per il centrodestra. Il partito guidato da Bersani sembra deciso ad andare alle primarie in Umbria, per scegliere tra il senatore Mauro Agostini e Maria Rita Lorenzetti. Quest'ultima, governatore in carica, punta a un terzo mandato, ipotesi che lo statuto del Pd umbro non contempla e per la quale serve quindi una deroga che incassi il via libera dai due terzi dell'assemblea regionale del partito. Anche la Calabria sembrava dover passare per questa via con tre aspiranti in lizza, tra cui il governatore uscente Agazio Loiero. A spianare la strada e' intervenuta la disponibilita' dell'Udc a trattare per un accordo, seguita dalla decisione del Pd di sospendere le primarie. Se la situazione Lazio sembra essersi chiarita con la discesa in campo di Emma Bonino appoggiata anche dal Pd, e' in Puglia che si sta consumando la vicenda piu' complessa: Nichi Vendola non intende farsi indietro, il Pd, archiviata l'ipotesi Emiliano, appoggia Francesco Boccia, che sara' il candidato alla primarie contro il governatore uscente. A complicare il quadro si aggiunge il fatto che tra centrosinistra e centrodestra (che sul candidato ha ancora qualche riserva da sciogliere) e' incuneata l'Udc. Anche in Campania, del resto, i giochi nel centrosinistra sono aperti (il centrodestra sembra ormai orientato a puntare su Stefano Caldoro) e la chiave di volta e' sempre l'Udc. Ma l'Unione di centro ha gia' fatto sapere che prendera' tempo fino alla fine della prossima settimana per decidere sulle alleanze alle regionali. Il Pdl, da parte sua, deve ancora scegliere ufficialmente chi mettere in campo in Toscana - dove si e' fatto avanti il fotografo Oliviero Toscani - nelle Marche e in Basilicata.
16/01/2010 16:24
Redazione