Un consiglio comunale aperto per illustrare ai cittadini i problemi che oggi l’Ato 1 dei rifiuti si trova a dover affrontare. Lo ha chiesto il gruppo di opposizione consiliare di Gubbio di Forza Italia, rappresentato da Nicola Aloia, a seguito dell’irrisolta questione del conferimento in discarica. La possibilità di convogliare i rifiuti dell’intera Alta Umbria a Ponte Rio, per inadeguatezza delle discariche di Colognola nell’eugubino e Belladanza nel tifernate, con la successiva termoventilazione da effettuare a Terni, rischia – dice Aloia- di aumentare in maniera smisurata i costi dello smaltimento dei rifiuti con conseguente inasprimento della tassa a carico dei cittadini. Fatto che implica, secondo Forza Italia, l’obbligo morale da parte del Comune di rendere consapevole la cittadinanza sulla questione. Non è la prima volta che Aloia si scaglia contro l’Ato rifiuti: già in consiglio comunale, al momento della decisione sull’adesione, votò contro, perché ritenuto inefficiente “utile – dice – solo ad aumentare le clientele ed il controllo del business dei rifiuti”, oltre a dare una preminenza totale, in materia di gestione, al Comune di Città di Castello, depauperando le funzioni dei singoli consigli comunali cittadini. Se è noto che il comune tifernate riveste un ruolo di spicco nell’Ato, è tuttavia vero che le decisioni in seno all’ente andranno sempre prese a doppia maggioranza, ovvero una calcolata in base alle quote, un’altra in base al 50% + 1 dei comuni dell’Ato, soluzione questa scelta proprio per tutelare le realtà più piccole. Così che, se Castello , Gubbio, Umbertide e Gualdo la fanno da padroni in termini di quote, realtà più piccole, come Fossato o San Giustino, saranno tutelate dal doppio meccanismo. La ripartizione delle quote inoltre ha seguito criteri numerici: erano 5000 quelle a disposizione, di cui 1000 sono state distribuite in base alla quantità di rifiuti prodotti dai singoli comuni, 500 in base alla percentuale di raccolta differenziata raggiunta al 31 dicembre 2003, 1000 in base ai rifiuti recuperati in impianti del territorio e infine 2500 in base alla popolazione. Contare di più o di meno dunque è intrinseco alla natura delle realtà e comunque non difenderà nessuno dal rischio vero, sottolineato oltre che da Aloia, già dal gruppo forzista del tifernate, ovvero conferire in discarica a Ponte Rio, essere risucchiati dal perugino e contare i danni in casa che, per realtà come Castello e Gubbio, titolari di discariche, sono ingenti: per la città dei Ceri potrebbe aggirarsi intorno agli 800.000 euro annui