Le associazioni di cittadini e consumatori, ascoltate in audizione dal Comitato di monitoraggio, chiedono trasparenza e una maggiore partecipazione dei cittadini sulle scelte che la Regione attuerà con il prossimo Piano rifiuti. Giudicano ingiustificato l'aumento delle tariffe, con vistose differenze da una città all'altra, a fronte di servizi non all'altezza, che ripropongono il conferimento in discarica e troppo poco vanno nella direzione auspicata da gran parte della popolazione, quella del riciclo e del riuso. Rifiuti zero non è un'utopia ma, invece, la strategia da perseguire, in accordo a quanto chiede anche l'Unione europea.
Sono alcune delle istanze presentate da Cittadinanzattiva, Associazione consumatori e utenti, Movimento difesa del cittadino ai membri del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, che per la prima volta ha convocato insieme alle associazioni anche i rappresentanti sindacali, anche se solo la Cgil ha aderito. La presidente del Comitato di monitoraggio, Maria Rosi, ha preso atto delle richieste e delle proposte fatte dai rappresentanti delle associazioni e si riserva di approfondire ulteriormente le tematiche legate allo smaltimento dei rifiuti anche sentendo l'Arpa, la Guardia di Finanza e la Polizia forestale, per arrivare a fornire un quadro completo alla Giunta regionale, che si sta apprestando a varare il nuovo Piano dei rifiuti. Per la presidente del Comitato, l'Esecutivo regionale dovrà tenere conto delle richieste di trasparenza e di maggiore coinvolgimento dei cittadini-utenti, emerse sia con le audizioni che con le recenti manifestazioni pubbliche.
“Per altri 4 o 5 anni sarà ancora possibile conferire rifiuti nell'unica discarica che può ancora accoglierli, quella di Borgo Giglione, con il transito di almeno 30 camion al giorno su strade e luoghi assolutamente non idonei a sopportare tale tipo di traffico – hanno sottolineato i rappresentanti di Cittadinanzattiva – ma abbiamo il tempo di cambiare politica. Investiamo piuttosto parte dei 20 milioni destinati al nuovo inceneritore che non si farà per potenziare la raccolta a porta a porta, che comporta anche un incremento di posti di lavoro. E separiamo l'operato delle aziende che raccolgono i rifiuti da chi dovrà smaltirli, sapendo bene che l'interesse è nel fare lo smaltimento, non la differenziata. Vendendo plastica e carta riciclata c'è un grosso guadagno, a patto che vi sia una strategia di marketing impostata su questo, non l'attuale conferimento in consorzi”.
“I cittadini devono pagare lo smaltimento dei rifiuti, ma le bollette che stanno arrivando assomigliano tanto a una seconda Imu, anche a livello di stangata economica per le famiglie – ha detto Giuliano Mancinelli dell'Acu (Associazione consumatori utenti) – perché si viene a pagare sulla base dei metri quadri dell'appartamento in cui si vive e paga tanto al metro anche chi vive solo, in modo indifferenziato rispetto ad una famiglia numerosa, che certamente produce più rifiuti”. Lamentata anche la disparità di trattamento da città a città: a Perugia si paga più del doppio della media regionale (ha fatto l'esempio di famiglia con 3 persone in 100 metri quadri:
paga qualcosa più di 300 euro, a fronte della media umbra di 150 euro).
Per il sindacalista Vasco Tagliarelli (segreteria regionale Cgil), “è necessario cambiare passo, nonostante la difficoltà politica nel risolvere la partita dei rifiuti con i grandi interessi che sono in gioco. Serve un passo in avanti della programmazione regionale e deve essere fatto subito. La prossima Giunta potrebbe persino avere più problemi di oggi nel gestire politicamente ambiti tanto importanti. Perciò mettiamo in campo una strategia che abbia un impatto positivo sull'occupazione in questo momento di crisi lacerante e impegniamoci a trovare soluzioni per quanto viene raccolto, visto che, al momento, non ci sono aziende che prendono la plastica. Il Piano rifiuti è chiaramente superato, serve una economia di scala, non certo l'attuale numero di aziende, sono oltre 30, che lavorano sui rifiuti”.
Per la presidente del Comitato di monitoraggio, Maria Rosi, il punto di vista dei consumatori e degli utenti dei servizi “è fondamentale per assumere le decisioni più giuste e condivise nel prossimo Piano regionale dei rifiuti.
Per questo abbiamo convocato le associazioni e i sindacati, anche se si è presentata solo la Cgil. Cerchiamo di convergere verso servizi più efficienti ed economici, basta con il continuo aumento delle tariffe e con le scarse spiegazioni date a chi paga. Cerchiamo piuttosto di venire incontro alle richieste di trasparenza, perché chi paga ha tutto il diritto di sapere come vengono gestiti i rifiuti. E' importante sapere che fine fanno la plastica e il cartaceo che noi cittadini differenziamo, perché c'è dietro un business molto ampio, che in altre regioni viene monetizzato, attraverso il riutilizzo e la produzione di energia, e messo a bilancio, mentre noi restiamo una regione di transito per certi tipi di rifiuti, per non parlare di quelli speciali, altro interrogativo cruciale. Qui manca la trasparenza che le associazioni chiedono. Oggi la situazione è completamente diversa rispetto a dieci anni fa. Con il nostro lavoro di monitoraggio vorremmo indirizzare la Giunta nel trovare la via migliore, oltre al processo di diminuzione della produzione e alla differenziazione, per smaltire i nostri rifiuti con la massima condivisione possibile da parte della popolazione, sempre più attenta alle esigenze del territorio e della salute dei cittadini, e la massima trasparenza possibile, cercando un equilibrio fra tasse e servizi”.
Perugia
24/05/2013 09:12
Redazione