San Giustino. 39enne muore misteriosamente al "Psichiatrico" di Monteluce.

Morte con giallo all’interno dell’ospedale psichiatrico del capoluogo umbro. Nella notte sabato e domenica è venuto a mancare Luca Gambini, 29 anni, di San Giustino. Il ragazzo altotiberino era ricoverato nella struttura sanitaria di Monteluce, dove sembra che abbia ingerito una dose, circa 160 ml, di metadone. La sostanza, però, sembra che era destinata ad un altro paziente. Il magistrato di turno, dottor Tullio Cicoria, ha immediatamente designato il dottor Luca Lalli come medico legale, mentre la famiglia, avvisata dagli operatori sanitari della drammatica situazione alle prime luci dell’alba, ha incaricato l’Avv. Carmelita Cosentino come legale e il dottor Luca Pistoleri, medico di fiducia, di effettuare le analisi nel corpo del ragazzo. I familiari di Luca, che abitano nel comune di San Giustino, attraverso il proprio legale, hanno fatto sapere che vogliono la verità su quello che è accaduto. La sorella di Luca, Cristina Gambini, ha inviato una nota scritta che ricorda come si sono svolti i fatti. “Sabato mattina – afferma Cristina – mia madre si è recata con mia sorella Silvia a visitare Luca, ricoverato presso il servizio psichiatrico, dove alcune persone hanno informato mia madre che mio fratello aveva ingerito del metadone che si trovava nella stanza di un altro paziente”. “Mia madre sgridò Luca per il comportamento – prosegue la sorella – dopo che egli stesso ammise di aver commesso effettivamente quanto le avevano riferito”. La sorella, poi, ricorda che la signora si recò dai sanitari per raccontare il fatto e chiedere spiegazioni. “Mia madre – prosegue Cristina – chiese di poter tornare a salutare il figlio, ma i sanitari glielo vietarono perché stava dormendo e nelle prime ore pomeridiane più volte mia madre chiamò il reparto per avere notizie circa le condizioni di salute del figlio, che aveva lasciato cosciente e le fu risposto che dormiva”. “Alle cinque del mattino – va avanti la sorella – venne comunicato telefonicamente dal primario la morte di Luca”. “Mio fratello - ha concluso Cristina – era una persona dolcissima, altruista che amava tutti e che aveva un grande cuore, non meritava questa fine e vogliamo la verità su quanto accaduto, perché per noi si poteva e si doveva evitare”.