Le demolizioni degli edifici danneggiati dal terremoto in Valnerina entrano nella fase finale e ad essere interessate dalle ruspe sono in particolare le frazioni, Castelluccio di Norcia e San Pellegrino su tutte. Le strutture ancora da abbattere nei tre comuni colpiti - Norcia, Cascia e Preci - sono circa il 30% del totale danneggiato, spiegano, all' ANSA, i sindaci Nicola Alemanno, Pietro Bellini e il vice di Cascia, Gino Emili. Sul fronte rimozione macerie la situazione è più complessa, in alcune zone vengono portate via contestualmente all' abbattimento, in altre sono ancora ferme a terra in attesa di essere trasferite in discarica. Intanto emerge pure un altro problema, quello dell' amianto, dovuto alla presenza di vecchie canne fumarie in eternit. "In questo caso entrano in scena le ditte specializzate per lo smaltimento del rifiuto speciale che inevitabilmente rallenta le operazioni di demolizione", sottolinea Livio Angeletti, responsabile dell' area urbanistica del Comune di Norcia. Nel frattempo il 2018 si apre con una maxi demolizione che interesserà San Pellegrino, borgo a una decina di chilometri dalla città di San Benedetto e uno dei più colpiti dalle scosse del 24 agosto e 30 ottobre 2016. "La prossima settimana - dice Angeletti - i vigili del fuoco demoliranno una decina di edifici, ma altri dovranno essere prossimamente abbattuti". Praticamente la frazione sarà rasa quasi completamente al suolo. Restando sul territorio nursino, l' altro borgo che rischia di perdere il suo storico volto è Castelluccio, "qui - spiega il responsabile dell' area urbanistica - dovranno essere demoliti almeno altri tre, quattro edifici". Nei mesi scorsi le ruspe hanno già abbattuto pezzi e simboli storici del paese, come la vecchia scuola e l' Hotel Sibilla. Cambierà la fisionomia anche di Campi e Ancarano dove dovranno essere abbattuti ancora un 50% degli edifici lesionati. Situazione diversa nel centro storico di Norcia, a illustrarla è il sindaco Alemanno: "Gli alloggi da demolire sono tre, quattro, ma si tratta di interventi delicati perché sono demolizioni parziali che confinano con edifici integri". La città di Cascia non sarà interessata dalle ruspe, "mentre si sono resi e si rendono ancora necessari gli smontaggi controllati in molte frazioni, come ad Avendita e Colle di Avendita", spiega il vicesindaco Emili. "A Preci - afferma Bellini - quasi l' 80% delle demolizioni è stato eseguito, adesso toccherà a due piccoli centri che sono Valle e Acquaro, mentre sono state completate a Todiano e Villa Collescille". Sul fronte rimozione macerie, affidato alla società Vus-Valle Umbra Servizi di Foligno, emerge una situazione più complessa a seconda delle zone di intervento. "A Norcia - spiega Angeletti - sono state rimosse contestualmente all' abbattimento degli immobili e così anche a San Pellegrino e laddove le condizioni lo hanno consentito. A Castelluccio, invece, ci sono dei problemi per via della strada 477 chiusa al traffico fino a febbraio e quindi abbiamo deciso per il momento di lasciarle lì, per poi essere rimosse una volta che la viabilità sarà ripristinata". "Per metà marzo - aggiunge il responsabile dell' urbanistica nursino - contiamo di concludere tutte le operazioni, sia di demolizione che di smaltimento delle macerie". "A Cascia la rimozione dei detriti va un po' troppo a rilento, è vero che spesso si deve intervenire in vie strette e difficili da raggiungere, ma contiamo in un maggior sforzo della ditta incaricata", fa notare il vicesindaco. La stima delle macerie da rimuovere sull' intero cratere umbro, fatta a suo tempo dalla Protezione civile, è di circa 90 mila tonnellate, "al momento - sottolinea Alemanno - ne sono state smaltite 35 mila".
Perugia
03/01/2018 17:25
Redazione