Lungo i “binari della morte” 50 studenti umbri hanno acceso la fiaccola della speranza e della pace. Lo hanno fatto camminando sulla neve, compostamente, a fianco di altre centinaia di ragazzi italiani giunti in treno ad Auschwitz non solo per gridare “mai più”, ma anche per essere interpreti e testimoni di una nuova generazione, quella dei diritti riconosciuti ed affermati. Dopo un lungo viaggio partito simbolicamente dal Binario 21 della Stazione centrale di Milano (il binario dal quale iniziava il percorso verso il campo di sterminio polacco per migliaia di deportati italiani), è giunta a Cracovia nella serata di domenica la delegazione italiana di oltre 1.000 persone che hanno aderito al progetto “Un treno per Auschwitz”. E tra loro anche la rappresentanza umbra, composta da studenti delle scuole superiori delle province di Perugia e Terni, tra cui studenti dell’Istituto Statale d’Arte “B. di Betto” di Perugia, l’Istituto Tecnico Industriale “M.L.Cassata” di Gubbio, l’Istituto d’Istruzione Superiore “R.Casimiri” di Gualdo Tadino e l’Istituto d’Istruzione Superiore “L.Salvatorelli” di Marciano. Dieci ore di viaggio sulla “rotta della morte”, per poter preparasi al meglio all’incontro con il luogo simbolo della negazione dei diritti dell’uomo. Così anche la nostra regione ha scelto di ricordare le vittime dell’Olocausto nella "Giornata della Memoria", prendendo parte ad un’iniziativa di alto valore culturale, etico e didattico. “E’ questo un viaggio di responsabilizzazione – è il pensiero dell’assessore provinciale di Perugia all’istruzione Giuliano Granocchia che ha preso parte al viaggio – in quanto fa dei partecipanti (studenti, ma anche lavoratori) soggetti attivi, che dovranno una volta rientrati in Italia restituire il senso e il valore di quanto appreso”. Per i viaggiatori del treno per Auchwitz la giornata clou è stata quella di ieri, lunedì 29 gennaio, quando dopo una lunga visita ad Auschwitz 1, ovvero il campo di concentramento originario, ed Auschwitz 2, meglio conosciuto con il termine Birkenau, il campo di sterminio per eccellenza, hanno preso parte alla cerimonia nazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Con loro i colleghi di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia. Un mare di fiaccole accese sotto il memoriale di Birkenau, collocato sul punto terminale dei binari della morte, hanno allora illuminato i volti dei mille “testimoni del ricordo e della speranza”, uniti non solo nel rifiuto della barbarie nazista, ma soprattutto nel voler avviare un approfondito lavoro sulla memoria e sulla storia. “E’ questo il senso della nostra partecipazione a “Un treno per Auschwitz” – sono state le parole di Granocchia – i nostri giovani sono giunti fin qui fortemente responsabilizzati; sono stati invitati a vivere questa esperienza come una rilettura dei diritti negati ed ora sono chiamati a farsi testimoni attivi e “relatori” di quanto visto e conosciuto”. Dello stesso avviso il responsabile della sezione didattica dell’Isuc, Dino Nardelli, anch’egli sul treno per Auschwitz, che invita tra l’altro a rileggere l’Olocausto anche in funzione di altre categorie discriminate, gli avversari politici, gli zingari, gli omosessuali. Per Nardelli diventa inoltre prezioso il lavoro postumo: “E’ ora determinante – ha sostenuto – lavorare sulla restituzione della testimonianza ed aiutare questi ragazzi a ricomporre le schegge di memoria che l’esperienza nel campo di sterminio ha lasciato dentro di loro”. E sul dopo continueranno a lavorare anche gli operatori dell’Associazione “Macchinamodulare”, che con le loro attività di animazione hanno trasformato il viaggio in Polonia in una sorta di “laboratorio permanente” per rielaborare le emozioni e le sensazioni che l’impatto con il dramma della deportazione ha inevitabilmente scatenato. Il “Treno per Auschwitz” ha avuto anche una toccante parentesi artistica. Nella serata di lunedì tutti i viaggiatori si sono ritrovati al palazzetto dello sport di Cracovia per assistere allo spettacolo di Moni Ovadia, uno struggente tributo in canti e versi alle vittime della Shoah. Per l’Umbria il progetto è sostenuto anche dalla Direzione regionale scolastica, in rappresentanza della quale ha preso parte all’esperienza l’ispettrice Janine Fournier.
Gubbio/Gualdo Tadino
30/01/2007 12:32
Redazione