I licenziamenti alla "Tagina Ceramiche" di Gualdo Tadino possono aspettare. Si è chiuso con una speranza concreta l'incontro ieri in Regione che ha visto sedersi intorno ad un tavolo l'azienda, con l'amministratore Francesco Borgomeo e i dirigenti Milko Borio e Roberto Marengo, il responsabile dell'ufficio regionale di sviluppo economico Luigi Rossetti, i sindacati Cgil e Cisl con, rispettivamente, Euro Angeli e Simone Sassone e il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti. In ballo 39 licenziamenti, scesi a 34 dopo una proposta dei sindacati di prevedere part time per alcuni di loro; a fine giornata, tuttavia, anche quei 34 esuberi sono stati congelati e il prossimo 21 ottobre – data di scadenza della cassa integrazione in deroga in corso – nessuno dovrebbe andare a casa. L'asso nella manica è stato il decreto legge n. 101 del 3 settembre 2019 che prevede, per le aree di crisi complessa, la possibilità di prolungare la cassa di 12 mesi in presenza di un piano di sviluppo aziendale con riqualificazione dei soggetti in esubero. Il decreto, per la verità, per essere spendibile necessita di essere convertito in legge enrtro il 2 novembre: "Abbiamo rassicurazioni – afferma dal sindacato Euro Angeli – che così sarà". Nella speranza che il nuovo Governo non tradisca le aspettative, Tagina si è impegnata a coprire gli eventuali giorni di transito tra la vecchia cassa e il decreto convertito in legge, ovvero tra il 21 ottobre e il 2 novembre, assegnando ai 34 dipendenti in esubero permessi retribuiti. La nuova cassa, per 12 mesi, a 0 ore, non sarebbe a rotazione come è stato sinora, ma individuale, ovvero su soggetti già individuati che tuttavia in questo anno seguirebbero un percorso di riconversione di competenze per essere poi reinseriti al lavoro nel nuovo settore che Tagina ha intenzione di attivare, ovvero la produzione di energia e la realizzazione "in fabbrica" dell'impasto ceramico senza doverlo più andare ad acquistare a Sassuolo. Per questo Tagina, accettando il congelamento degli esuberi, ha chiesto due garanzie alle istituzioni comunale e regionale, ovvero tempi celeri per le autorizzazioni che le consentiranno di costruire presso i vecchi stabilimenti un biodigestiore anaerobico che, "digerendo" rifiuto organico proveniente esclusivamente dalla municipalizzata Esa, produrrebbe gas metano per abbattere i costi energetici dell'azienda e un granulatore a secco, ovvero un impianto di macinazione che produce l'impasto ceramico, ovvero la materia base per rializzare poi piastrelle. In questo impasto è previsto l'utilizzo di una percentuale di ceneri stabilizzate, provenienti da termovalorizzazione. I due nuove impianti consentirebbero a Tagina di riassorbire da qui a un anno i 34 dipendenti oggi in esubero, ma anche di assumere nuove figure, 10 in totale tra elettromeccanici ed informatici. Un soluzione, questa trovata, che valorizza il lavoro di tutti, dai sindacati alle istituzioni con l'appoggio dell'azienda. La parola ora passa alla politica per la conversione del decreto legge nei tempi giusti.
Gubbio/Gualdo Tadino
20/09/2019 12:00
Redazione