L'Umbria faccia a faccia con il “buco generazionale”.
Crolla il numero dei “giovani umbri” tra i 25 e i 40 anni, dal 2009 al 2019, in base al rapporto fornito da Mediacom043: se nel 2009 era di 198.640, nell'anno appena conclusosi si attesta a 155.143, vedendosi ridotto di oltre un quinto e marcando l’ottavo peggior risultato d’Italia.
Un dato che si pone in linea con quello nazionale, quello elaborato dall'agenzia diretta da Giuseppe Castellini, che però ha declinato le proprie ricerche anche su scala comunale. Interessante dunque analizzare il trend della fuga di giovani nei principali comuni della nostra regione.
Partendo dal capoluogo, vediamo che Perugia, nel lasso di tempo preso in considerazione, è passata da 38.467 giovani abitanti a 30.595, con una variazione del -20, 5%, ed un calo in punti percentuali sul totale della popolazione del -4,8; il capoluogo di provincia Terni, invece, da 24.581 è sceso a 18.800, con un -23,5%: un -5% sulla popolazione totale.
Foligno, dal canto suo, nel 2009 ha registrato un numero di 12.889 giovani abitanti, mentre nel 2019 di soli 10.487, con un calo percentuale del 18,6%: un -4,2% rispetto al totale degli abitanti folignati.
Città di Castello ed Assisi sono passati rispettivamente da 9.017 unità a 6.862, con un -23,9%, e da 6311 unità a 5180, con un -17,9%. Il calo, dal confronto con la popolazione totale, è del 5 e del 4,6%.
Situazione più pesante della media e dei capoluoghi – e non è una novità – quella in Alto Chiascio, dove la fuga di giovani è diretta conseguenza della crisi occupazionale che in particolare nell'ultimo decennio, con i segni meno in settori come edizilia, cemento e trasporti, si è fatta sentire. A Gubbio, nel 2009 si sono riscontrate 7.093 giovani unità, mentre nel 2019 sono scese a 5.398, con un drastico calo del 23,9%; a Gualdo Tadino stesso trend, che ha visto passare i giovani da quota 3.389 a 2.551, con un decremento del 24,7%. Guardando alla variazione in punti percentuali della quota di giovani sul totale degli abitanti, abbiamo per entrambi i comuni un -4,4%.
Osservando i numeri dei municipi umbri citati, dunque, le conclusioni che possiamo trarre, ad oggi, non sono di certo rosee, con un allarme rosso sul ‘buco generazionale’ nella fascia d’età 25-40, cruciale per lo sviluppo economico e sociale.
Un dato che appaiato al crescente numero di componenti della Terza età, deve far riflettere istituzioni e classe dirigente sulle strategie da adottare da un lato per invertire la tendenza o favorire quanto meno il ritorno di alcuni dei più giovani una volta formati all'estero; e dall'altro immaginare una rete welfare e di sostegno sociale sempre più radicata e rafforzata.
Perugia
14/01/2020 09:03
Redazione