Una sartoria artigianale nel cuore di Foligno

Entro la fine del 2008 le Conce, antico rione a vocazione artigiana rivivrà il suo splendido passato grazie a un laboratorio artigiano che produrrà costumi d’epoca e abiti talari. Lo annuncia trionfante Giovanni Bianchini, Confartigianato Foligno che cogliendo l’occasione della presentazione del Puc 2 folignate immagina un quartiere dove gradualmente possa tornare ad insediarsi grazie ai fondi in arrivo per la riqualificazione degli immobili in centro l’antica area artigianale folignate. Il progetto ormai è realtà, destinato a 6 fortunati apprendisti assortiti in 3 giovani a digiuno dell’arte sartoriale e 3 artigiani già esperti: una squadra che si comporrà dopo un corposo stage (previsto per il 2008-2009) lungo 800 ore e tenuto da docenti qualificati. Un corso dal quale i futuri sarti (che forniranno abiti per le manifestazioni storiche regionali e nazionali) dovranno apprendere nozioni non soltanto di taglio e cucito ma anche di arte e storia, per far rivivere le splendide mises d’epoca studiate a partire da quadri e sculture. Si studierà anche l’uso del pc, l’inglese e nozioni base di marketing. L’idea di un progetto del genere arriva dal vulcanico Bianchini che annuncia: i prossimi progetti ancora sulla carta daranno vita anche ad una conceria, ad un polo di formazione sui mestieri antichi con tecniche all’avanguardia e ad un laboratorio orafo. Intanto i 6 artigiani pionieri formati e pronti al lavoro saranno seguiti da Confartigianato per i primi 3 anni di gestione del consorzio cui daranno vita. Per la loro formazione e l’avvìo al lavoro la Fondazione Carifo ha già stanziato 30.000 euro cui verranno sommati 20.000 euro versati dall’ente capofila Confartigianato insieme a tutte le associazioni di categoria; ulteriori partner del progetto il Comune di Foligno, il centro per l’impiego e l’ente Giostra. Chi saranno i clienti della cooperativa di sarti? “Ogni comune ha la sua rievocazione storica e Foligno potrebbe fornire gli abiti di altissima qualità –afferma Bianchini- come potrebbe crearne anche per prelati e religiosi di ogni ordine”. Abiti che fanno i monaci, insomma, ma che vestiranno pure cavalieri e dame e che porteranno il marchio di qualità delle ‘antiche sartorie Le Conce’.