Walter Veltroni apre la sua personale campagna elettorale giocandosi la propria carta migliore, l'evocazione. Poco piu' di mezz'ora di comizio ( si comincia con Jovanotti e si chiude con l'Inno di Mameli) dalle colline umbre, durante la quale, come un mantra, le parole 'Italia', 'italiani' e 'Paese' ricorrono un'ottantina di volte. Parla dal ''cuore del Paese'' e da candidato sindaco d'Italia avviando la campagna che per due mesi lo portera' in viaggio tra le 110 province per ''toccare tutta la bellezza e la meravigliosa diversita''' di un Paese la cui qualita' ''non puo' essere clonata''. Un intervento asciutto che, come quello del Lingotto, arriva dopo una investitura, quella a candidato premier e che, nel puro stile 'veltroniano' punta a scaldare i cuori piu' che a delineare un programma. ''Verra' presto - osserva - all'Assemblea Costituente del Pd, il tempo di tornare a parlare il linguaggio asciutto e severo dei programmi''. Per oggi, pero', si parla all'Italia e dell'Italia. Il progetto piu' concreto che Veltroni cita riguarda un tema di appannaggio berlusconiano: le tasse. ''Oggi - dicetra gli applausi - grazie al lavoro del governo Prodi, possiamo ridurre le tasse, perche' la lotta all'evasione ha dato risultati''. Insomma, dice in stile 'settantasettino', ''la mia idea resta: pagare meno, pagare tutti''. I riferimenti agli 'altri' del centrodestra, (che ''hanno gia' governato l'Italia per sette anni, e propongono solo di tornare a farlo, esattamente come prima'') di un Veltroni che continua sulla linea tenuta durante la crisi di governo, di 'pacificatore', non sonomolti. Solo una battuta per replicare allo slogan di Berlusconi ''Rialzati Italia'': ''L'Italia - attacca - non si deve rialzare. L'Italia e' gia' in piedi: vive, produce. E' la politica che si deve rialzare''. E ancora una citazione all'offesa istituzionale del senatore Barbato, che, nel giorno della crisi di governo, ha aggredito a sputi un collega di partito e che ''di certo trovera' ospitalita' in qualche lista''. Per il resto l'ossatura del 'discorso per l''Italia' dice in sostanzatre cose: il Paese, quasi come dopo un conflitto, deve essere ricostruito dopo quindici anni di bipolarismo muscolare e dannoso; questo e' l'obiettivo suo e del Pd al quale tutti i cittadini (senza alcuna distinzione di ''bandierine'') sono chiamati a partecipare e, infine, piu' sommessamente, dall'altra parte, nel centrodestra, questo cambiamento non e' affatto percepito come valore. Il 'nuovo', il 'cambiamento', la 'trasformazione', ma anche il 'demone del conservatorismo', sono gli altri termini, insieme all'Italia, che ricorrono piu' di frequente
10/02/2008 11:58
Redazione