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“Città di Castello e la Muzi Betti” è il titolo del volume presentato oggi a Città di Castello

"Citta' di Castello e la Muzi Betti" e' il titolo del volume presentato oggi a Citta' di Castello dal Consiglio di amministrazione dell'Opera Pia alla vigilia della scadenza di un doppio mandato.

“Città di Castello e la Muzi Betti” è il titolo del volume presentato oggi a Città di Castello dal Consiglio di amministrazione dell’Opera Pia alla vigilia della scadenza di un doppio mandato che, per il presidente Marco Savelli e per i consiglieri - Letizia Dori, vicepresidente, Antonio Fiorucci e Agnese Dini - , “è anche l’atto con cui ci congediamo dalla città dopo nove anni di lavoro che ne hanno trasformato sia dal punto di vista architettonico che funzionale la vita”. “Muzi Betti è un’istituzione della città, un luogo con cui ogni tifernate ha primo o dopo avuto a che fare. La sua storia ha un interesse morale e al tempo stesso indica il quale direzione proseguire perché la non autosufficienza è un fenomeno destinato a crescere” ha detto il sindaco Luciano Bacchetta “Mettere a disposizione del prossimo Cda il patrimonio di competenze e progettualità sviluppato in questi anni è un gesto significativo dello spirito di servizio e della professionalità con cui l’attuale Consiglio di Amministrazione ha concepito questo incarico”. Con la collaborazione gratuita del docente universitario Rosario Salvato, la pubblicazione, edita da Luoghi interiori, è stata curata da Francesca Borrione e Marco Capacci. Offre una panoramica della struttura, brefotrofio prima e casa di riposo poi, a cavallo tra i mutamenti sociali e famigliari che hanno attraversato fine del Novecento e inizio Millennio. La prima parte è dedicata alla storia dal 1878 fino al Giardino di Alzheimer, una struttura multisensoriale di grande modernità nell’approccio a questa sindrome. Poi si parla dell’anziano come soggetto di welfare e della rete integrata dei servizi. Il terzo capitolo è dedicato alla cultura della qualità organizzativa e assistenziale, il quarto alle aree di sviluppo e alle prospettive di intervento. C’è quindi una appendice documentaria e foto d’archivio che mostrano l’evoluzione dalle camerate alle camere personalizzate. Oltre agli interventi della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e dell’assessore Fernanda Cecchini, nel libro è lo stesso presidente Marco Savelli a spiegarne le ragioni, parlando di “un’idea nata in Piazza di sotto con Rosario Salvato per evidenziare, non solo la vicenda ma l’evoluzione dei servizi in linea con una diversa rilevanza sociale e finanziaria della non autosufficienza. Ad esempio: non si chiama più Opera Pia ma Asp, azienda di servizi alla persona. Volevamo lasciare una traccia di come Muzi Betti si è adattata alla legislazione nazionale e alle teorie più avanzate, diventando un’eccellenza in grado di offrire, come nel passato, servizi pioneristici nell’assistenza e da questa prospettiva interpretare i nuovi bisogni. Il Consiglio di Amministrazione lascia simbolicamente l’incarico in questa giornata di resoconto del lavoro spesso silenzioso, perché cambiare il welfare non fa notizia se non per chi riceve servizi migliori. Ringrazio il comune di Città di Castello per la fiducia che ha sempre riposto nel nostro operato, la Regione Umbria, Sogepu e La Rondine, l’editore Luoghi Interiori, Antonio Vella, e soprattutto Rosario Salvato, le sue idee e la sua conoscenza profonda di questo settore hanno lasciato un impronta forte sul testo, seguito dai suoi capacissimi collaboratori. Abbiamo avuto l’onore di occuparci di Muzi ma la sfortuna di farlo negli anni della crisi quando le famiglie hanno dovuto ripensare i propri badget anche per le spese sanitarie. Ma nel 2018 lasciano Muzi Betti con tutti i posti occupati e una rilevanza regionale nel network dell’assistenza. L’appello che faccio è alle istituzioni perché la dotazione finanziaria riservata alle azioni a sostegno della non autosufficienza deve essere incrementato per consentire che sia di alto livello e aperta alle innovazioni migliorative. Oggi Muzi Betti è una realtà che accoglie circa 100 ospiti, dà lavoro a 65 famiglie, ha una Comunità alloggio per disabili adulti. Ha cambiato pelle. Dobbiamo, come sistema generale, investire di più nelle persone anziane. Questi anni sono stati faticosi ma è stata un esperienza umana bellissima e saranno questi i ricordi che, lasciando l’incarico, porteremo con noi”

Città di Castello/Umbertide
25/09/2018 14:17
Redazione
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