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Ad Assisi la prima preghiera ecumenica a tutela del pianeta per “camminare insieme” verso la Conferenza Mondiale sul clima

Ad Assisi la prima preghiera ecumenica a tutela del pianeta per "camminare insieme" verso la Conferenza Mondiale sul clima. Il Serafico di Assisi e' tra i promotori del primo incontro di preghiera ecumenico congiunto per il Creato.

Per rispondere concretamente al grido d’allarme lanciato da Papa Francesco all’interno della sua enciclica Laudato Si' per la tutela della nostra “casa comune”, la Terra, e per diffondere una cultura di reale accoglienza e fraternità, l’Istituto Serafico di Assisi si fa promotore - insieme al Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, al Comitato Direttivo del “Tempo del Creato”, alla Diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, alla Diocesi di Gubbio e al Sacro Convento - del primo incontro di preghiera ecumenico congiunto per il Creato. L’obiettivo condiviso è quello di unire i 2,2 miliardi di cristiani di tutte le confessioni nella preghiera rivolta alla salvaguardia del nostro Pianeta, per camminare insieme verso la Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP 24, che si terrà il prossimo dicembre in Polonia. La preghiera inizierà oggi, 31 agosto alle ore 17 e si concluderà sabato 1° settembre alle ore 10 sul Sagrato della Basilica di San Francesco d’Assisi con una Dichiarazione congiunta che invita tutti i cristiani ad agire coraggiosamente per il clima e con un’azione simbolica che coinvolgerà 10 persone appartenenti alla grande famiglia del Serafico per ricordare i più deboli. "Camminare insieme” è il tema che quest’anno è stato scelto per il Tempo del Creato – l’appuntamento globale che ricorre annualmente dal 1° settembre al 4 ottobre, durante il quale i leader di differenti tradizioni e comunioni cristiane invitano i fedeli di tutto il mondo a pregare e a prendersi cura del nostro Pianeta, a dimostrazione di un crescente sostegno per la protezione dell’ambiente. Anche il Vaticano e i partner ecumenici si uniscono per incoraggiare il progresso globale per fronteggiare il cambiamento climatico. Un cammino condiviso che nella città di San Francesco porta con sé una duplice valenza: da un lato si unisce alla decima edizione del Pellegrinaggio Assisi/Gubbio “Il Sentiero di Francesco” - attraverso cui lo “Spirito” del santo patrono dell’ecologia quest’anno giungerà simbolicamente fino in Polonia, in vista del cruciale appuntamento per la reale implementazione dell’Accordo di Parigi – dall’altro si fonde con il quotidiano percorso di consapevolezza e di attenzione rispetto alla vita altrui e al mondo che ci circonda, che da sempre promuove il Serafico. “Abbiamo voluto partecipare a questo primo incontro perché avvertiamo la necessità e l’urgenza di promuovere una cultura di reale accoglienza e fraternità. La società rischia di smarrire il senso e la responsabilità della cura delle persone e del Creato”. – Dichiara Francesca Di Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico di Assisi. “Il nostro lavoro ci porta costantemente a percepire una profonda verità, ossia che l’uomo può essere pienamente se stesso solo se è in relazione con gli altri, con tutto il Creato e con Dio. È per questo motivo che la vita ha bisogno di relazioni. Perché senza una persona accanto che li accompagni a fare esperienza della vita e del Creato, i più deboli sarebbero condannati alla mera sopravvivenza e non potrebbero mai vivere pienamente. Prendersi cura dei più vulnerabili è impossibile senza prendersi prima cura delle persone che ci circondano e dell’ambiente in cui viviamo. San Francesco, al quale la nostra Opera è dedicata, ci ha insegnato che l’ecologia integrale passa solo attraverso la conversione del cuore. Solo allora ci sentiremo intimamente uniti a tutto ciò che esiste e parti della casa comune che Dio ci ha affidato”. – Prosegue la Presidente Di Maolo. Contro l’ingiustizia del cambiamento climatico e della crisi ecologica, a protezione dei più fragili e delle generazioni future, per il Santo Padre è necessaria una nuova ecologia integrale, inseparabile dalla nozione di bene comune, che comprenda anche le istituzioni, perché «sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali», ed impegnarsi per il bene comune significa fare scelte solidali sulla base di «una opzione preferenziale per i più poveri». Papa Francesco esorta dunque ad ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei più bisognosi per fermare il riscaldamento del Pianeta e ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Il Serafico, che da 147 anni si prende cura di bambini e ragazzi con gravi disabilità, è pienamente consapevole del fatto che l’integrità della persona non sia solo una somma di funzioni ed è per questo che cerca di realizzare ogni giorno l’ecologia integrale di cui parla il Santo Padre, per preservare la dignità della vita umana e la salute della nostra “casa comune”. Perché è proprio dalla volontà di annullare ogni forma di esclusione a favore del consolidamento delle relazioni che nasce l’impegno del Serafico per i più fragili. Questo percorso di crescita e di consapevolezza troverà la sua massima espressione in un’azione simbolica che si svolgerà sul Sagrato della Basilica di San Francesco il 1° settembre, davanti agli alti rappresentanti delle confessioni cristiane di tutto il mondo. Dieci persone appartenenti alla grande famiglia del Serafico saliranno sul palco per consegnare una piantina di ulivo per ricordare l’impegno nei confronti del Pianeta e di tutte le creature che lo abitano. Sarà un modo per richiamare l’attenzione di quanti sono uniti nella preghiera a non dimenticare il nostro Pianeta, i bambini, gli orfani, gli anziani, le persone affette da gravi disabilità, le persone che fuggono da guerra, fame e povertà, ma sarà anche un omaggio alle grandi risorse dell’umanità, quali la famiglia, il lavoro e soprattutto la bellezza del Creato. “Siamo qui insieme ai bambini dei nostri dipendenti per ricordare la responsabilità che abbiamo verso le nuove generazioni. Siamo con i bambini disabili del Kosovo, che abbiamo trovato in situazioni di abbandono e povertà. Siamo con la famiglia Irachena che è scappata dall’orrore della guerra con la piccola Shosho, disabile grave che abbiamo accolto al Serafico. Siamo con i nostri dipendenti e i nostri volontari, che ogni giorno compiono grandi, ma anche piccoli gesti di cura. Siamo con le nostre suore infermiere indiane del Kerala. Siamo con le nostre famiglie, esempio di cura, accoglienza e solidarietà. Siamo con alcuni dei nostri bambini e ragazzi disabili, che vogliono testimoniarci che la pienezza della vita è sempre possibile e che una persona inguaribile non per questo è incurabile o infelice. La vita ha bisogno di essere accolta, custodita, tutelata, perché è un bene talmente prezioso che non può essere lasciato in balìa di false libertà, della solitudine e dell’abbandono. Le storie di queste persone ci insegnano che la forza dell’amore può abbattere ogni limite. È nei piccoli gesti di cura verso il Creato e verso le persone più fragili che possiamo difendere la nostra Casa Comune, spezzare la logica dell’egoismo globale e accendere l’amore sociale, vera leva per lo sviluppo e per il futuro”. – Ha concluso la Presidente Di Maolo.

Assisi/Bastia
31/08/2018 11:46
Redazione
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