"Mi chiamo Luis... sono nato in Uruguay... sono sposato con mia moglie da dieci anni... ho tre figli... sono calciatore professionista": a parlare è Luis Suarez nel cosiddetto esame "farsa", datato 17 Settembre 2020, per la conoscenza dell' italiano sostenuto all' Università per Stranieri di Perugia. Una prova intercettata con una microtelecamera installata sulla plafoneria nell' ambito dell' indagine condotta dalla procura del capoluogo umbro e ora tra gli atti depositati dopo l' avviso di conclusione indagini agli ex vertici dell' Ateneo. Il video, che viene pubblicato per la prima volta, è considerato una delle prove che il bomber del Barcellona conoscesse in anticipo le domande ed è finito agli atti dell’indagine, recentemente chiusa dalla procura di Perugia. L’esame è di livello B1, e serviva per conseguire la cittadinanza italiana in vista di un possibile arrivo alla Juventus, che poi è invece non si è concretizzato. Magliettina bianca, calzoni corti jeans e scarpe da tennis, l' attaccante compare in una piccola aula davanti ai due esaminatori. Seduto a una scrivania, si vede l' attaccante, ripreso di spalle, compilare un modulo con i dati anagrafici. In un clima apparentemente disteso. Tra i passaggi più bizzarri della conversazione quando venne chiesto all'uruguagio oggi di stanza all'atletico madrid di descrivere alcune immagini "In questa sono una mamma e un bambino che fa i compiti" si sente dire Suarez. "E nell' altra?" chiede l' esaminatore. "Ci sono quattro persone, papà, mamma, bambino e bambina... per fare spesa... bambino porta cocumella..." riferendosi al cocomero. Alla fine dell’esame si vede il prof Rocca, che ha già patteggiato, chiedere due autografi al pistolero. Il documento è stato depositato dalla procura di Perugia agli atti dell’avviso di conclusione delle indagini a carico dell’ex rettrice dell’UniStra, Giuliana Grego Bolli, dell’ex direttore generale Simone Olivieri e della professoressa Stefania Spina. L'accusa è di rivelazione di segreto d’ufficio e falso. Indagati anche il ds della Juventus, Fabio Paratici e l’avvocato Luigi Chiappero per non aver rivelato ai magistrati di aver contattato il ministero dell’Interno per accelerare la pratica.