Si è concluso il pellegrinaggio ecumenico dei vescovi umbri in Armenia (dal 2 al 6 luglio), guidato dal cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e dall' arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu). Presenti i vescovi mons. Domenico Cancian, di Città di Castello, mons. Benedetto Tuzia, di Orvieto-Todi, mons. Paolo Giulietti, ausiliare di Perugia-Città della Pieve e mons. Mario Ceccobelli, emerito di Gubbio. Nella cattedrale di Gyumri - è detto in una nota della Ceu - l' abbraccio con mons. Raphael Franois Minassian, vescovo armeno-cattolico e la comunità che ha partecipato alla solenne celebrazione: i sacerdoti, i seminaristi, le suore di Madre Teresa di Calcutta, le suore armene dell' Immacolata Concezione, gli operatori della Caritas e una folta schiera di ragazzi e giovani che stanno svolgendo il campo estivo in parrocchia. A loro, in particolare, si è rivolto il cardinale Bassetti, portando il saluto di papa Francesco, e invitandoli a prepararsi con entusiasmo al Sinodo dei giovani "Siate forti, cercate di vincere il male e custodite le parole di Gesù - ha detto Bassetti -; la Chiesa ha fiducia in voi e come dice papa Francesco, non lasciatevi rubare da nessuno la speranza". Il cardinale ha ringraziato per l' accoglienza festosa e per la fraterna ospitalità "in questa terra benedetta da Dio", dove già nel 301 il cristianesimo è stata riconosciuta quale religione di stato. "Ci siamo commossi visitando i luoghi dove le piaghe di Gesù si sono particolarmente manifestate - ha aggiunto il presule - nei confronti di tanti fratelli e sorelle uccisi dalle persecuzioni all' inizio del XX secolo, torturati, perseguitati per la loro fede cristiana e per l' appartenenza a questa nazione. Tutto ciò ci porta a riflettere sul nostro essere cristiani oggi non solo a parole ma nei fatti e nella vita. Gesù vuole farci persone nuove; noi chiediamo la forza per camminare e lui libera il nostro cuore delle catene del peccato". Nella città di Gyurmi, che nel 1988 fu distrutta da un terremoto, è stato ricordato anche il recente sisma che ha colpito Norcia, patria di san Benedetto, e altre zone dell' Italia centrale. Il cardinale Bassetti ha invitato a pregare perché anche in questi momenti non si perda mai la speranza. Grande è stata la gioia espressa dal vescovo Minassian: "Questa presenza del cardinale e dei vescovi - ha detto - è una consolazione, un incoraggiamento e una soddisfazione, perché abbiamo sete di avere i nostri confratelli presenti qui. Questo ci dà la speranza e la forza di proseguire la nostra missione che non è tanto facile, perché viviamo la separazione tra le Chiese. La loro presenza è un supporto fraterno che ci incoraggia ad andare avanti". "Cerchiamo di aiutare i più bisognosi - ha aggiunto il vescovo armeno - le persone in difficoltà morale, sociale, economica, malate e così facciamo qualche volta il lavoro del governo, perché specie i villaggi di frontiera sono dimenticati da tutti". In questi anni sono state accolte circa 6.000 famiglie di profughi siriani grazie anche agli aiuti concreti della Cei e della Caritas italiana insieme ad altre Caritas europee. Lo stesso vescovo ha accolto nella sua casa quaranta profughi. "E' stato un pellegrinaggio alla grande tradizione cristiana di questa terra - ha commentato mons. Renato Boccardo, presidente della Ceu - per attingere alle fonti della grande spiritualità di Gregorio Illuminatore e Gregorio di Narek, che con la loro dottrina hanno segnato i percorsi di questo popolo nella fedeltà al Vangelo. Abbiamo visto come i valori cristiani hanno saputo ispirare una cultura e una società. Nonostante i 70 anni di dominazione sovietica questo popolo non ha smarrito le sue radici cristiane. Abbiamo incontrato la piccola comunità armena cattolica, ascoltando e condividendo la fatica di essere minoranza e con la nostra presenza abbiamo voluto manifestare vicinanza, solidarietà e incoraggiamento. Raccogliamo la testimonianza cristiana senza dimenticare la tragedia del genocidio come stimolo per le nostre comunità ad una rinnovata fedeltà nella processione della vita cristiana".
Perugia
06/07/2018 16:56
Redazione