Crac Bancaetruria: chiesti 300 milioni di euro agli ex amministratori dal commissario Santoni

Ammonta a 300 milioni di euro la richiesta del commissario di Bancaetruria, Giuseppe Santoni, nei confronti degli ex amministratori dell'istituto di credito aretino, tra i 4 istituti bancari "saltati" e poi oggetto del contestato Salvabanche del Governo, provvedimento che ha tutelato migliaia di correntisti ma che ha lasciato a bocca asciutta migliaia di risparmiatori. L’ex presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi, i suoi vice Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro Maria Elena, l’ex direttore generale Luca Bronchi, il predecessore di Rosi Giuseppe Fornasari e altri 32 ex amministratori avranno tempo fino a metà aprile per versare alla Nuova Banca Etruria la somma considerevole di 300 milioni di euro. Il commissario Santoni, dunque, ha chiesto a chi ha guidato l’istituto fallito di risarcire i danni. Come riferiscono Repubblica, Il Giornale e La Nazione, tutti gli amministratori e i sindaci che sono stati ai vertici dell’istituto dal 2010 hanno ricevuto una lettera che li chiama a versare “in solido” la cifra di 300 milioni, pari a circa 8 a testa. Il termine per il pagamento indicato dal liquidatore è di 30 giorni dalla data di invio della lettera, che risale al 17 marzo. Alla scadenza il commissario potrà adire le vie legali, avviando l’azione di responsabilità e facendo partire azioni revocatorie che potrebbero sfociare nel pignoramento di case e altre proprietà. Una notizia che inevitabilmente accende l'interesse delle centinaia di risparmiatori umbri - e in particolare nell'Eugubino-Gualdese - ritrovatisi titolari di obbligazioni che non avevano più nessun valore. Nei prossimi giorni, e in ogni caso entro aprile, si saprà l'esito di questa iniziativa clamorosa.