E' un tentativo il cui esito dipenderà sia dalla volontà dei singoli sia da un'istituzione autorevole come l'Unesco . E' quello che sta facendo il Comune di Gubbio e con esso la Diocesi, l'Università dei Muratori, il Maggio Eugubino e le Famiglie Ceriaiole per cercare di rientrare nella Rete delle Grandi Macchine a spalla, quella che lo scorso 6 dicembre a Baku, capitale dell'Azerbaigian, ha ricevuto dall'Unesco il riconoscimento di "Patrimonio immateriale dell'umanità". Ne fanno parte i Gigli di Nola, i Candelieri di Sassari, la Varia di Palmi e la Macchina di Santa Rosa di Viterbo. Gubbio ne uscì nel 2010 per tentare una corsa da sola.
Ora, con una lettera inviata alla coordinatrice della Rete, Patrizia Nardi, firmata da tutti gli enti ed associazioni eugubine custodi della Festa dei Ceri, Gubbio ha chiesto di poter rientrare , defininendo la sua uscita nel 2010 "un macroscopico equivoco", dettato "da disinformazione e/o disattenzione della Comunità, inconsapevolmente indotta verso un’ardita e velleitaria corsa in solitudine".
Sostiene, dunque, la città di Gubbio che allora fu erroneamente indotta a uscire dalla rete perchè quel percorso avviato sembrava andare a rilento; un errore di valutazione o forse una cattiva comunicazione che tuttavia non hanno minato "Le ragioni e le motivazioni – si legge nella lettera - per le quali vi era stata da parte nostra convinta adesione e partecipazione all’originario e collegiale progetto".
La missiva conclude auspicando la possibilità per Gubbio "di riprendere un cammino di salvaguardia comune interrotto , con la consapevolezza che la Festa dei Ceri, così come le feste della Rete espressione della più antica cultura della tradizione mediterranea, meriti allo, stesso modo di diventare , come i Gigli di Nola, i Candelieri di Sassari, la Varia di Palmi e la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, Patrimonio dell’Umanità".
La lettera , pervenuta alla professoressa Nardi , sarà ora oggetto di deliberazione delle singole comunità che fanno parte della Rete: Viterbo sembrerebbe già essere orientata per il no a detta del presidente del Sodalizio dei facchini di Santa Rosa, Massimo Mecarini che in un'intervista ad un media locale viterbese (rilanciata oggi dalle colonne del "Giornale dell'Umbria") chiude la strada a chi vuole salire ora sul carro dei vincitori senza prima averlo spinto.
A ciò si aggiunga che, qualora la Rete dica sì, anche la Commissione Unesco dovrebbe riaprire la pratica e certificare l'ingresso di Gubbio.
Un percorso in salita, dunque, sul quale tuttavia vale la pena camminare, con l'umiltà, da parte di Gubbio, di chi riconosce un errore fatto, con la saggezza auspicabile di chi è chiamato ad accogliere una richiesta di non fermarsi alle diatribe umane, ma in nome di ciò che si rappresenta, salire di livello e riconoscere nella Festa dei Ceri un patrimonio di tutti degno di essere tutelato.
Gubbio/Gualdo Tadino
27/03/2014 16:58
Redazione