Nuovo significativo riconoscimento per Renzo Scopa e la sua Opera. Sabato 6 ottobre è stata inaugurata la mostra antologica dell’artista urbinate Renzo Scopa, promossa dal Polo Museale e dal Comune di Gualdo Tadino, con la collaborazione dell’Archivio Renzo Scopa. L’iniziativa ha visto la partecipazione del figlio Saulo, il saluto istituzionale del primo cittadino Massimiliano Presciutti e la presentazione del Direttore Catia Monacelli. L’esposizione è ospitata presso la splendida Rocca Flea antica fortezza del XII secolo e oggi Museo Civico e sede della Pinacoteca comunale. In un suggestivo allestimento le opere di Scopa dialogano così con quelle di artisti quali Matteo da Gualdo, Niccolò Liberatore e Antonio da Fabriano. Renzo Scopa nasce ad Urbino nel 1933, dove frequenta l’Istituto di Belle Arti diplomandosi Maestro d’Arte Ornatore del Libro. Sempre presso lo stesso istituto urbinate, consegue il Diploma di Abilitazione all’Insegnamento della Calcografia. “Dal 1960 in poi”, ha spiegato Catia Monacelli, “pur distinguendosi per lo sviluppo di cicli tematici diversi tra loro, conquista una sua chiara identità, che lo rende ben riconoscibile nel panorama dell’arte. Un fervore religioso, unitamente ad un’anima panteista, in cui tutta la natura fa eco a Dio, è Dio, permea la sua opera, tra la nostalgia di un passato rurale e arcaico e lo slancio verso un mondo più intimo e psichico, in cui la realtà si mescola alla fantasia. Il tratto deciso e forte dell’incisore, che evidenzia la parte più volumetrica e scultorea della sua pittura, si fonde all’uso del colore per sgocciolamento, fiotti policromi che graffiano la morbidezza delle sue linee, cambiando il ritmo della narrazione attraversano geometrie e confini, gridano, parlano, raccontano di un disagio, di un turbamento”. Un mondo quello di Renzo Scopa in cui emergono figure che spesso s’intravedono attraverso raggiere di pigmenti sovrapposte a formare trame inestricabili che ci suggeriscono “un mondo nel mondo” in una visione entropica della natura, immersa nella luce o nell’oscurità, in armonia di opposti. La mostra evidenzia la tecnica pittorica del dripping reinterpretata dall’artista: Scopa seminava il colore col pennello e costruiva le immagini coniugando la tecnica pittorica dell’action painting con l’arte figurativa che rimaneva comunque alla base della sua formazione. In questo modo l’artista creava nell’opera tessiture, orditi e trame di colori: in sintonia con la filosofia dell’imperfetto, del non finito, più vitale e denso di potenzialità del perfettamente rifinito e concluso. La mostra è aperta dal giovedì alla domenica fino al 4 novembre 2018 - (10.00-13.00/15.00-18.00).
Gubbio/Gualdo Tadino
11/10/2018 09:35
Redazione