Il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi rivolge un pensiero riconoscente agli eugubini nel giorno del ricordo di una tragica pagina della loro storia che ha segnato profondamente il futuro dell'Umbria.
“Con l’eccidio dei 40 civili innocenti avvenuto a Gubbio la mattina del 22 giugno di 70 anni fa è stata colpita al cuore l’intera Umbria – dichiara Guasticchi - Alle porte, ormai, della fine dell’occupazione e della guerra, la coda velenosissima del mostro nazista ha dato, in varie parti d’Italia, colpi di tanta, inaudita violenza. Quella che si è scaricata sulla Città di Gubbio, se mai qualcuno pensasse di istituire paragoni fra gli atti di bestialità commessi da un esercito inviperito dalla sconfitta imminente, occupa un posto di una drammaticità tale che pare impossibile il miracolo di sopravvivenza e di ricompattamento che i cittadini di Gubbio hanno saputo compiere dopo tanto orrore. Così, invece, è stato e tutta l’Umbria è fiera, pur con il cuore ancora spezzato da tanto dramma – aggiunge Guasticchi - , di poter celebrare, con i 40 Martiri, il coraggio di una Città, il saper subito guardare al domani, la forza di un tessuto sociale che, per quanto colpito nella sua più profonda essenza, ha trovato il coraggio di chiudere la ferita e di reagire, piangendo compostamente i morti e dando ai vivi la possibilità di uscire dal lutto, di nuovo verso la vita. Si provano queste sensazioni, ancora oggi, avvicinandosi al Mausoleo eretto sul luogo dell’eccidio. Le stesse sensazioni, tuttavia, ci prendono guardando negli occhi gli eugubini di oggi. In quegli occhi, attraverso il ricordo trasmesso dai padri, gli adulti di oggi fanno leggere ancora, insegnandolo a loro volta ai loro figli, l’orrore suscitato dal racconto e la speranza fatta crescere dalla reazione gloriosa di un popolo. La tragedia del 22 giugno 1944 deve avere ispirato, nella intensa moralità del popolo eugubino, la creazione di un simbolo nuovo, quasi un nuovo, invisibile “Cero”, consacrato a un atto di purificazione della Città e dell’Umbria intera. Come se corresse con i Ceri veri e propri, questo monumento interiore, della memoria e dello spirito, richiama in vita i martiri innocenti e li addita ai superstiti di allora, ai vivi di oggi, agli eredi del domani della Città. Un evento accaduto settant’anni fa, per la Città di Gubbio è potuto diventare subito pagina di storia, quasi proveniente da secoli lontani. Poiché, invece, l’eccidio è lì, ancora quasi come una pagina di cronaca funesta – conclude Guasticchi -, se esso scorre ancora nel sangue degli eugubini di oggi, senza vendetta ma solo con grande pietas, evidentemente i piani della storia scivolano l’uno sull’altro così da creare quella coscienza civile, quell’elementare pulsione di vita che aiuta tutti noi a guardare con maggiore speranza al nostro contributo al futuro. Una Città gloriosa e una terra meravigliosamente bella coltivano questa speranza illuminando l’alba di una mattina di giugno su cui è passata la morte ed è rinata la vita”.
Gubbio/Gualdo Tadino
21/06/2014 12:53
Redazione