Il caso vaccini approda anche a Palazzo Pretorio. L'occasione è la seduta del consiglio comunale di giovedì scorso a Gubbio. La vicenda nasce in realtà da un dispositivo ministeriale dei giorni scorsi, per il quale, in base applicazione della legge Lorenzin, solo i bambini che alla data del prossimo 10 marzo risultano vaccinati o per i quali è già stata effettuata la prenotazione, possono continuare a frequentare l'attività scolastica. Ovviamente si parla di scuola d'infanzia. E si parla di un tema delicato, sul quale si è aperto da tempo un fronte critico, di chi mette in discussione la bontà stessa degli effetti dei vaccini. Insomma questione che investono anche un dibattito etico e che raramente trovano spazio sugli scranni di un'assise locale.
Stavolta invece se ne è parlato anche a Gubbio, perchè da alcuni giorni è stata firmata una petizione da alcune famiglie, sembra circa una trentina, con cui si chiede di derogare a questa disposizione almeno per i tre mesi rimanenti nell'anno scolastico in corso.
A farsi portavoce dell'istanza, in sede consiliare, il gruppo del Movimento 5 Stelle che ha chiesto un impegno al Sindaco, quale autorità sanitaria locale, di attivarsi verso gli organismi sovraordinati per risolvere il problema ed evitare l'impedimento della frequenza scolastica ai bambini in questione. Una deroga di cui si è parlato anche in Terza commissione, presieduta dal consigliere Gagliardi. In quella sede non si è raggiunta un'unanimità di pareri, anzi la commissione si è equamente divisa tra favorevoli e contrari a tale deroga, e così la questione è approdata nel dibattito consiliare, portando anche a due sospensione della seduta e relative riunioni di capigruppo, allargate ai componenti della Terza commissione. In questa sede, Stirati si è detto disponibile a farsi portavoce di questa istanza temporanea presso gli enti preposti, a prescindere dall'esito del voto, che successivamente in aula non è passato, con posizioni trasversali anche all'interno della stessa maggioranza.
Nel corso del dibattito, non poco animato, anche con interventi specifici da parte di consiglieri professionalmente coinvolti in quanto medici, l'assessore ai servizi sociali, Rita Cecchetti, è intervenuta, ricordando alcuni dati che palesano come questa vicenda rappresenti un casus particolare sul territorio: a Gubbio infatti la percentuale di vaccini, stando ai dati del Distretto sanitario, è inferiore non solo alla media nazionale (95%) ma anche a quella regionale, già di per sé più bassa, cioè il 93,5%. A Gubbio infatti la soglia dei bambini vaccinati scende al 92% (in particolare per il vaccino esavalente) e in altre tipologie di vaccino, come quello per il morbillo, rosolia e parotite addirittura si attesta all'89%. Questo per quanto attiene ai bambini sotto i 6 anni, mentre per i ragazzi tra i 6 e i 14 anni sono circa 100 i soggetti che risultato non sottoposti a vaccino, le cui famiglie già dai prossimi mesi andranno incontro alle sanzioni previste dalla legge. E mentre la cronaca ci racconta già di due decessi in età adulta, in Italia causa morbillo dall'inizio del 2018, ci si interroga sulla opportunità di una scelta che non è solo personale, di un singolo genitore, responsabile della salute del proprio figlio, ma inevitabilmente collegata anche agli altri soggetti che fanno parte della comunità.
Gubbio/Gualdo Tadino
24/02/2018 08:53
Redazione