Si è conclusa con un voto favorevole (16 si' e 2 contrari) la votazione del documento che sancisce l'incompatibilità del consigliere comunale Orfeo Goracci, punto nevralgico dell'ordine del giorno della seduta del consiglio comunale di Gubbio di oggi. L'assise cittadina infatti era chiamata ad esprimersi sulla delibera relativa all'ipotesi di incompatibilità del ruolo di consigliere comunale per l'ex sindaco, all'indomani dell'azione legale dallo stesso avanzata nei confronti del Comune di Gubbio per ottenere il rimborso delle spese legali (circa 18 mila euro) relative al processo Trust per il quale Goracci deve rispondere di una serie di capi d'imputazione, parte dei quali (22) lo hanno visto prosciolto. Proprio su questi Goracci ha richiesto il rimborso, per il quale però il Testo unico degli enti locali esclude i casi in cui il reato non sia stato commesso nell'esercizio delle funzioni. Una condizione per la quale il Consiglio comunale di Gubbio ha chiesto un approfondimento - nella seduta di fine gennaio - dopo di che Goracci ha prodotto una serie di controdeduzioni e al tempo stesso, l'amministrazione eugubina ha richiesto un parere al Ministero degli Interni: secondo questo parere, peril quale propende anche il segretario comunale, la vicenda giudiziaria dell'ex sindaco non può farsi rientrare con fatti connessi all'esercizio del suo mandato.
Dopo il voto di questa sera, Goracci avrà 10 giorni di tempo per rimuovere le condizioni di incompatibilità (ovvero rinunciare all'azione per il rimborso), trascorsi i quali scatterà la decadenza dall'incarico. Si è aperto dopo la lettura del dispositivo da parte del presidente Ceccarelli, un ampio dibattito nel quale sono intervenuti tra gli altri lo stesso Goracci – che ha parlato di un voto meramente politico, preannunciando di fatto l'intenzione di un ricorso – al sindaco Stirati, che invece ha motivato il parere della maggioranza rigettando l'ombra di una qualsiasi volontà di "liquidare" un avversario politico, ma paventando in assenza di qualsiasi approfondimento, il rischio che ogni atto approvato con la partecipazione di Goracci possa divenire in futuro oggetto di una qualsiasi impugnazione per la sua potenziale incompatibilità. Non sono mancate schermaglie verbali nel corso della seduta, anche dai banchi del centrodestra, dove il consigliere Presciutti Cinti ha dichiarato il proprio voto contrario (mentre i tre consiglieri della Lega non hanno partecipato al voto), c'è stato il no anche da Rughi (M5S) mentre la maggioranza - per la quale hanno preso la parola, tra gli altri, Biancarelli, Martinelli, Bazzurri e Zaccagni - ha votato compatta per l'incompatibilità.